da Roma
Il futuro, gli americani, i flebili sogni scudetto. In riva al Tevere si sogna un domani a «stelle e strisce», ma il presente ha le tonalità granata e le velleità di un Torino che non ha alcuna voglia di vestire i panni dello sparring partner. In sala stampa il leit-motiv è sempre lo stesso: a che punto è la trattativa con George Soros? Spalletti gela tutti. «Non mi pongo il pensiero e non so nulla di cordate straniere. I calciatori non devono farsi turbare dalle voci, sarebbe segno di fragilità. Anche se non escludo che qualcuno possa esserne colpito. Poi, per il futuro, bisogna prendere in considerazione tutto. Insomma, noi si guarda sempre avanti...». Lo dice così, usando il dialetto a lui più caro. «La proprietà è attenta alla crescita e pronta a migliorare la squadra ha aggiunto a Radio Radio - e se ci fossero le caratteristiche giuste, Rosella Sensi sarebbe nelle condizioni di creare disponibilità. Ma ribadisco: i miei compiti sono altri...». Già, quelli di trascinare in porto la stagione senza tralasciare doverosi «mea culpa». «La squadra ha lasciato qualche punto su campi più facili e avremmo meritato qualcosa in più. Sulle decisioni arbitrali non entro nel merito. Sotto laspetto del mestiere, lInter ha qualcosa più della Roma: noi giochiamo con qualità, velocità e tecnica, ma non siamo bravi, come qualche nostro avversario, a rubacchiare qualche risultato». Nessun bisogno di decriptare un messaggio che più chiaro non si può. Linput è partito: sgombrare la testa dai pensieri e rimandare la festa scudetto della banda Mancini. Impresa titanica. «Totti ha parlato di tricolore sfumato al 99%? È stato realista», sorride Spalletti. Meglio puntare sul secondo posto. «Siamo ancora avanti e possiamo contare su un margine che ci può far lavorare senza tensione. Il Torino sarà più insidioso del Livorno». Insomma, Roma in equilibrio tra presente e futuro. Ma è scontato che Italpetroli non ha in vista alcun incontro con Unicredit. Lo ha affermato ieri la stessa Italpetroli precisando che lesposizione debitoria verso Unicredit non comporta la «necessità di dismettere la partecipazione di controllo in A.S. Roma». Martedì è previsto un incontro tra i vertici dellUnicredit e Rosella Sensi allo scopo di render conto della trattativa col magnate Soros per la vendita della società. Ma intanto a Roma Channel cominciano i licenziamenti. «In questi anni abbiamo sistemato parecchie problematiche tuona Bruno Conti -, fino a diventare un esempio.
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