Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede autorizza la procura di Messina a procedere dei confronti del sindaco Cateno De Luca accusato di reato di vilipendio.
Il primo cittadino della città dello Stretto era stato inserito nel registro degli indagati a fine mazo dopo la denuncia del ministro Luciana Lamorgese. La motivazione? De Luca durante l’emergenza del coronavirus è stato protagonista di dure critiche nei confronti del governo Conte ed in particolare del Viminale. La sua più plateale protesta nei confronti del governo giallo rosso è stata una corsa agli imbarcaderi della Caronte e Tourist per impedire lo sbarco da una nave dalla Calabria.
Affermava il sindaco il 24 marzo scorso: "Continuo a non comprendere come faccia il Viminale ad affermare che tutto è in regola – affermava De Luca ai giornalisti recatosi a Villa per un sopralluogo – e che le persone che arrivano sullo Stretto sono autorizzate. A questo punto o il Viminale si permette di diffondere notizie errate oppure chi riferisce i dati al Viminale lo fa omettendo di dire la realtà dei fatti, che sono confermati dai numeri che io stesso ho verificato ieri notte, quando su 26 autovetture, 20 appartenevano a pendolari dello Stretto, e delle restanti 6, ben 3, cioè la metà, non avevano l’autorizzazione allo spostamento".
Toni e modi che hanno indotto il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese a trasmettere alla procura di Messina una denuncia a carico di De Luca per vilipendio al governo. Decisione - fecero sapere dal Viminale - assunta "a seguito delle parole gravemente offensive, e lesive dell'immagine per l'intera istituzione che rappresenta, pronunciate pubblicamente e con toni minacciosi e volgari".
Ma proprio oggi a seguito del sì da parte del ministro Bonafede a procedere penalmente nei suoi riguardi, il primo cittadino di Messina continua a lanciare parole al vetriolo nei confronti del governo Conte.
La nota del sindaco Cateno De Luca
"Potevo accettare l’implicito compromesso di Stato rinunciando a non impugnare la delibera della presidenza del Consiglio dei ministri di annullamento della banca dati “si passa a condizione” ed evitare così il processo per vilipendio ? Assolutamente no! Con la delibera di giunta comunale n. 260 Del 12 giugno scorso abbiamo conferito l’incarico legale per impugnare innanzi al Tar Lazio il decreto del presidente della Repubblica che aveva avallato la decisione del consiglio dei Ministri di annullare la mia ordinanza sindacale che introduceva dal 8 aprile scorso stringenti ma efficaci controlli per l’attraversamento dello stretto di Messina con l’obbligo di registrarsi alla banca dati "si passa a condizione”.
Appresa la notizia della mia opposizione la ministra Luciana Lamorgese è andata su tutte le furie è così il povero ministro della Giustizia non ha avuto scelta ed ha dovuto concedere l’autorizzazione alla Procura della Repubblica di Messina di processarmi per il reato di vilipendio perché avevo osato mandare a fare in c... il ministero degli Interni autore e difensore del sistema di controlli farlocchi sullo stretto di Messina.
Se non avessi fatto questa delibera probabilmente non sarei stato processato: (Delibera di giunta n.260 del 12/06/2020). Azione di Impugnaizone del decreto del presidente della Repubblica del nove aprile 2020 (Pubblicato nella G.U.N 96 del 10/04/2020 sere generale) di annullamento O.S. N. 105 del 05/04/2020.
Conferimento incarico avvocato professore Angelo Clarizia e Professor Carlo Taormina. Io già il tre aprile avevo chiesto di essere processato perché non accetto i compromessi di Stato!".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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