Prodi convoca un vertice sull’«affare Sismi»

Marianna Bartoccelli

da Roma

Non ci sarà un caso Pollari ma un problema Sismi, come ripetono da alcuni giorni esponenti del governo Prodi, fatto sta che la politica non sembra essersi ripresa dal ceffone ricevuto dall’inchiesta milanese. E un improvviso summit a fine serata del presidente Prodi con il ministro degli Interni Giuliano Amato, il ministro della Difesa Arturo Parisi e il sottosegretario Enrico Micheli responsabile dei Servizi sembra sia servito almeno a definire una posizione univoca del governo su tutta la vicenda. E soprattutto a tentare di tenere separata l’inchiesta di Milano dal problema della riforma dei Servizi ed evitare di entrare nel tunnel della riforma subito e a tutti i costi. C’è chi nel centrodestra, come Franco Frattini, rivendica la titolarità di una riforma presentata e mai varata mentre, e sarebbe stato un punto discusso nel summit del governo, si comincia a parlare se non proprio di servizi deviati, di uomini che «hanno agito autonomamente rispetto ai vertici». C’è chi punta il dito contro la magistratura milanese, definita da Marco Taradash (dei Riformatori liberali della Cdl) «un vero corpo separato che mette a repentaglio la sicurezza degli italiani», ma il principale accusatore rimane il presidente Cossiga. A difendere i magistrati scende in campo il Csm che annunzia una pratica a tutela dei pm, «oggetto di attacchi delegittimanti», soprattutto da parte dell’ex ministro Castelli e di Cossiga.
La necessità di una riforma è comunque invocata da tutto il centrosinistra: dal viceministro dell’Interno Marco Minniti nel corso di un incontro con il sindacato di Polizia, il Siulp, all’ex presidente del Copaco, Enzo Bianco della Margherita e a Giovanni Russo Spena, presidente dei senatori del Prc.
Anche la senatrice ds Rosa Villecco Calipari entra nel dibattito e parla di «cultura del limite». «Da anni - spiega la vedova del dirigente Sismi ucciso in Irak - nel settore si chiede una garanzia funzionale che definisca i limiti entro cui gli uomini dei Servizi possono operare». Dello stesso tenore le affermazioni di Gaetano Pecorella, ex presidente della Commissione giustizia di Forza Italia. «Ogni volta che c’è un problema si parla di riforma. Bisognerebbe invece precisare meglio quali siano i poteri che ha un appartenente al servizio, in relazione a comportamenti che di solito non sono consentiti».
E se il presidente del Senato Franco Marini riafferma piena fiducia all’Intelligence italiana, c’è chi, come Graziella Mascia di Prc, chiede che vengano rafforzati i poteri del Copaco.

La struttura dovrebbe prendere il via al più presto, visto che il centrodestra ha indicato in Claudio Scajola il futuro presidente, malgrado a quel posto ambisse l’ex-ministro Pisanu. Intanto il governo ha annunciato che riferirà al Senato martedì mattina.

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