Marco Pirola
L'Inferno o il Paradiso per il sindaco di Monza hanno un indirizzo preciso: piazza Garibaldi dove c'è il Tribunale. La differenza tra la felicità di essere assolto o l'onta della condanna per pirateria informatica per lui sta in un numero di ruolo scritto a pennarello sulla copertina di un fascicolo polveroso custodito nell'armadio del sostituto procuratore monzese Alessandro Gentile.
Fatto sta che da quattro mesi Michele Faglia, primo cittadino, sta lottando contro una grana giudiziaria «personale» che la Guardia di Finanza di Paderno Dugnano gli ha caricato sulle spalle. Una denuncia. Le Fiamme Gialle, a caccia di pirati informatici negli studi professionali di mezza Brianza, lo hanno «pizzicato» con le mani nel sacco. Un banale programmino di computer copiato. Una sciocchezza, anche perché gli stessi finanzieri nella perquisizione trovano altri programmi più recenti, regolari e ben più costosi di quello contestato e contenuto nella memoria periferica di uno dei tanti computer in suo possesso. Dimenticato da chissà quando, ma la leggerezza costa a lui e ad altre due persone che lavorano nel suo studio di architettura, uno dei più rinomati in città, l'apertura di un fascicolo in Tribunale. Faglia è stato costretto ad ingaggiare un legale e a scrivere una memoria per giustificarsi. Insomma, ha avuto qualche grattacapo giudiziario per dimostrare l'inconsistenza del reato contestato e dare spiegazioni. Violazione delle legge 171 ter che tutela il diritto d'autore così come modificata dal decreto Urbani dello scorso anno. Una legge che in Parlamento stanno già pensando di modificare con un emendamento presentato alla Camera dei Deputati. Nella correzione presentata all'attenzione degli onorevoli, c'è la cancellazione del reato e si rende lecita l'attività di «copiatura» se fatta senza scopo di lucro. Ma per ora il grattacapo del sindaco continua.
A giorni si attende il decreto di chiusura indagini del magistrato che è in attesa anche di ulteriori approfondimenti che la stessa Guardia di Finanza di Paderno Dugnano sta svolgendo. Non è l'unico stimato professionista monzese che è caduto nella rete tesa. Sono qualche decina, infatti, tra architetti ed ingegneri, quelli a cui sono state comminate multe.
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