Un pronipote degno di Salgari

Il romanzo-indagine di Governi

Un pronipote degno di Salgari
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Sdoganata da Umberto Eco negli anni Settanta del secolo scorso, assieme a tutta la letteratura di genere, l'opera di Emilio Salgari (foto) è stata una sorta di Milione per generazioni di ragazzi che hanno conosciuto l'Oriente attraverso i suoi romanzi. Eppure la morte tragica fu un vero seppuku, si squarciò il ventre e tagliò la gola con un rasoio a mano libera lo inserisce di diritto nella schiera degli scrittori vittime della città di Torino. Lo ricorda Massimiliano Governi nel recente Il pronipote di Salgari (Baldini & Castoldi, pagg. 304, euro 18): già Papini riteneva il capoluogo sabaudo sommamente nocivo ai letterati, come dimostrano i suicidi di Cesare Pavese, Primo Levi e Franco Lucentini.

Il caso di Salgari è emblematico. Il padre Luigi si tolse la vita, come il fratello Giovanni; il secondogenito dello scrittore morì in un incidente motociclistico; il terzogenito, Romero, guardia regia, tentò di uccidere la moglie, il figlio Emilietto e la cognata e poi si gettò dal terrazzo; Omar, l'ultimo dei figli di Salgari, si lanciò dal balcone di casa nel 1963. Governi apprende che Emilietto, scomparso nel 1966 a soli 38 anni, ebbe due figli; al maschio diede il nome del padre che aveva tentato di assassinarlo. È lui il pronipote di Salgari del titolo, e naturalmente non scampò alla maledizione familiare: trasferitosi da Torino a Montà d'Alba, uccise a pugnalate nel 1964 una postina in pensione «perché gli era antipatica». Che ne è stato di lui, dopo il processo? Governi intreccia l'indagine ad altre vicende oscure: ai due volti di Pitigrilli, il romanziere spia dell'Ovra; alla scomparsa dell'economista Federico Caffè; e alla rievocazione di un finto rapimento dai contorni grotteschi.

Meglio non svelare l'esito dell'appassionante caccia al pronipote e agli altri protagonisti di questo sfaccettato diario; che merita di essere letto per molte ragioni, e anche perché mostra di quante storie, incredibilmente ingarbugliate, siano composte le vite degli uomini.

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