«Pronti alla sfida Ue sui servizi di pagamento coi colossi dell'hi-tech»

Il direttore del Transaction Banking: «Siamo in grado di seguire i nostri 12 milioni di clienti»

Onofrio Lopez

«In questi primi due anni di operatività, all'interno della Divisione Corporate e Investment Banking di Intesa Sanpaolo guidata da Mauro Micillo, abbiamo costruito una piattaforma di pagamenti e trade finance al top in Europa e dotata di un network che opera nei 37 Paesi in cui è presente il Gruppo, dai Balcani all'Egitto a tutte le filiali estere». Stefano Favale, capo della direzione Global Transaction Banking di Intesa Sanpaolo, presenta così la realtà operativa da lui guidata. «Abbiamo organizzato un team di specialisti di cash management e trade finance, creando una struttura capace di supportare le aziende italiane che lavorano con l'estero e le multinazionali europee», aggiunge. In pratica, osserva, «lavoriamo al raggiungimento di uno degli obiettivi tanto del Corporate e Investment Banking che della Banca dei Territori e della Divisione International Subsidiaries Banks e l'obiettivo indicato dal Ceo, Carlo Messina, nel nuovo piano d'impresa 2018-2021 è rafforzare ulteriormente questa piattaforma a livello di gruppo con uno specifico focus internazionale».

Dottor Favale, come procedono le operazioni?

«Dopo due anni di lavoro intenso siamo riusciti a mettere in piedi un modello di servizio e un'offerta per le aziende che ci permette di offrire soluzioni sempre più innovative come payment factory, virtual account, cash pooling ed instant payment. Abbiamo iniziato a ottenere i primi riconoscimenti: a metà gennaio a Londra in occasione dell'assemblea annuale della Bankers Association for Finance and Trade la divisione Corporate e Investment Banking ha ricevuto il premio Global Finance nella categoria Best Trade Finance Provider in Italia per il 2018. Siamo tra le prime banche europee per posizionamento su instant payment e digitalizzazione dei processi e la risposta dei clienti è stata molto positiva. C'è ancora molto da fare ma sono soddisfatto».

Come sta evolvendo l'utilizzo del bonifico istantaneo?

«È una sfida raccolta 18 mesi fa e lo scorso novembre siamo partiti con la piattaforma Eba, presentata al Salone dei pagamenti. A oggi tutti i 12 milioni di clienti di Intesa Sanpaolo, sia privati che business, possono utilizzare l'instant payment sia in entrata che in uscita. Ad oggi abbiamo registrato circa 100mila transazioni per un controvalore di circa un centinaio di milioni. È un risultato importante del tutto spontaneo sui canali di Internet banking e delle app, senza nessun supporto di campagne di comunicazione dedicate. È una sfida interessante anche perché ora abbiamo un'infrastruttura su cui si potranno costruire nuovi servizi, partendo dalle 5mila transazioni quotidiane che oggi si registrano».

La direttiva Psd2, secondo alcuni, apre la strada alla disintermediazione tra banche e clientela. Come affronterete questa partita?

«È una sfida che ci porta a sperimentare nuove forme di pagamento. Il tema è riuscire a costruire una customer experience di pagamenti semplici concentrandoci sul valore che esso porta ai clienti. Certo, una normativa che apre i database dei conti a terze parti diventa un rischio per le banche che non si adeguano velocemente. La possibilità di essere disintermediati è reale quando a poter operare sono giganti hi tech che sono abituati da sempre ad avere un focus sull'engagement del cliente».

A parte il fenomeno bitcoin la tecnologia blockchain , che traccia e verifica i due contraenti di una transazione, appare interessante per banche e assicurazioni.

«Intesa Sanpaolo aderisce al consorzio R3 insieme a numerose banche di livello mondiale per mettere a fattor comune investimenti e competenze sul blockchain. Abbiamo testato potenziali funzioni che hanno dimostrato la maturità delle soluzioni tecnologiche come la dematerializzazione delle lettere di credito e stiamo sperimentando nuove soluzioni di finanziamento del circolante. Sul fronte retail stiamo testando un progetto di digitalizzazione del contante. Dato che l'80% dei pagamenti avviene in contanti e non è tracciato, questa innovazione potrebbe essere molto utile, ma bisogna far sì che le interazioni siano semplici. Infine, stiamo lavorando alla costruzione di un framework legale accettato internazionalmente in modo che la registrazione della blockchain abbia valore di prova».

Con il sistema Swift Gpi per le transazioni crossborder come coniugate sicurezza e rapidità di esecuzione?

«È il complemento a uno dell'instant payment europeo poiché, ad esempio, in Cina, Australia o Stati Uniti il sistema Eba non esiste. Per questo Intesa è stata la prima banca italiana ad adottare a dicembre 2016 questo tipo di transazione che permette di pagare un bonifico e accreditarlo immediatamente, in piena trasparenza e tracciabilità senza spostarsi dal posto di lavoro».

Il portale per il pagamento degli F24 di Imu e Tasi del Comune di Milano con carta di credito semplifica la vita dei contribuenti. Amplierete il sistema?

«È una delle innovazioni più importanti in grado di cambiare le abitudini degli italiani utilizzando la Pa come una grande

infrastruttura per eseguire pagamenti online. Questo significa diffusione dell'innovazione e inclusione finanziaria: noi abbiamo lavorato molto su questo punto estendo l'utilizzo di PayPal ai pagamenti tramite il portale PagoPa».

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