Indiscrezioni di una supergiunta targata Letizia Moratti per far girare il vento del ballottaggio. Tra le mosse della «nuova fase» della campagna elettorale, ci sono anche nomi di grande prestigio da far salire a Palazzo Marino. Veri e propri big, pronti ad accettare un ruolo da assessore. Magari anche a scapito di un rispettabilissimo incarico romano. Una missione, più che un compenso per una manciata di preferenze o un posto guadagnato grazie all’eterno «manuale Cencelli» come nel caso degli identikit già pronti dovesse vincere l’avvocato Giuliano Pisapia. Con la Moratti, invece, la mossa a sorpresa potrebbe essere addirittura il clamoroso ritorno di un ex inquilino del piano nobile come Gabriele Albertini. Più volte tentato dal Terzo polo, ma tutt’ora parlamentare europeo e con in tasca una tessera del Popolo della libertà, è una risorsa da sfruttare per il centrodestra. Pronto un ruolo da vicesindaco. Con deleghe importanti. Lui tentenna, ma non smentisce. «Qualcosa ne so assicura - Mi sembra che ci sia un orientamento in questa direzione... Ma non è un argomento che io abbia preso in considerazione». Il motivo? Cosa «improvvisata», un’ipotesi «dell’ultimo momento ». Ma che potrebbe piacere anche alla Lega. «Albertini - lo spot del ministro leghista Roberto Calderoli ieri alla Festa di via Farini a fianco di Umberto Bossi - è stato un grande sindaco». Al suo fianco, nel toto-giunta, uno di quelli che ai suoi tempi giocava nella squadra degli «assessori intelligenti »: Maurizio Lupi, il ragazzo di Baggio che ha fatto carriera diventando vice presidente della Camera. Per lui, cattolico di area cielle, magari una delega al sociale o alle periferie. Accetterebbe di slancio il ministro della Difesa Ignazio La Russa. «Se me lo chiedessero, io sarei disposto a fare qualsiasi cosa per Milano ». Magari al fianco di Ombretta Colli, ex presidente della Provincia. Una squadra oggettivamente di «grandi firme», mentre lo staff di Pisapia promette una giunta «senza spartizioni », ma si ritrova a dover dosare gli incarichi col bilancino. Possibile vicesindaco sarebbe l’ex capogruppo a Palazzo Marino e oggi senatrice Marilena Adamo, la donna forte imposta dal Pd. Che pretenderebbe altre cinque poltrone. A cominciare da quelle già assegnate al segretario cittadino Pierfrancesco Majorino che gradirebbe la Cultura e il giovane Pierfrancesco Maran che a colpi di preferenza ha messo in riga molti «anziani». Da piazzare ci saranno anche l’architetto Stefano Boeri battuto alle primarie del centrosinistra proprio da Pisapia e in attesa di riscatto. Anche perché su di lui il Pd ha scommesso e vinto con un botto di preferenze il braccio di ferro con la sinistra più sinistra. In molti gli affiderebbero la delega all’Expo, ma altri sono pronti a denunciare il conflitto d’interessi per lui che di mestiere fa l’architetto e con i costruttori ha avuto e avrà a che fare anche per motivi personali. Già in consiglio comunale, ma non ricandidato e in odor d’incarico è anche Davide Corritore. Grande esperto di economia e di nuove tecnologie èstato uno dei primi ad occuparsi di «derivati».
Poco organico ai partiti, nonostante le sue grandi competenze, dovrà soffrire se vorrà un posto al tavolo della giunta. A cui in tanti aspirano. Come Daniela Benelli, già assessore alla Cultura in Provincia ai tempi di Penati. Oggi in quota Pisapia. Perché, gira e rigira, sempre di quote si tratta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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