Provenzano tenta il suicidio in carcere Il superboss della mafia salvato dagli agenti

Parma L’Italia lo ricorda imprendibile «capo dei capi», erede del feroce Totò Riina, col suo sorriso freddo anche in mezzo alle forze dell’ordine che lo portano via in manette dal suo covo casalingo, a Corleone. Ed è inconsueto che un boss di rango del suo calibro faccia un gesto così estremo. Eppure, a tentare il suicidio, nel carcere di Parma dove è rinchiuso, è stato Bernardo Provenzano, sì, proprio il capo dei capi di Cosa nostra, “Binnu u tratturi”, l’uomo che ha beffato la legge per 43 anni prima di finire in manette, l’11 aprile del 2006.
La notizia del tentato suicidio nella cella in cui sta scontando gli ergastoli in regime di 41 bis è stata data ieri sera dall’agenzia Ansa, che parla di «fonti qualificate». Provenzano avrebbe tentato di ammazzarsi infilando la testa dentro un sacchetto di plastica. A salvarlo, durante uno dei frequenti controlli legati al regime di carcere duro cui è sottoposto, gli agenti della polizia penitenziaria. Il fatto è avvenuto nella tarda serata di mercoledì. Provenzano, che era a letto, ha infilato la testa in una busta di plastica con il proposito di uccidersi. Un poliziotto penitenziario del Gom (Gruppo Operativo Mobile), si è accorto di quanto stava accadendo ed è intervenuto. Del fatto sono state informati l’autorità giudiziaria e il Dap.
Non sono poche le anomalie. Intanto c’è da chiarire come mai avesse un sacchetto di plastica a disposizione. E poi un boss mafioso, per di più del calibro di Provenzano, non si suicida. Potrebbe essersi trattato di un gesto dimostrativo. O di un gesto compiuto in stato di non piena coscienza.

Nei mesi scorsi, in un’intervista a Servizio Pubblico, la trasmissione di Michele Santoro, che ha scatenato non poche polemiche, è stato il figlio maggiore di Provenzano, Angelo, a puntare i riflettori sullo stato di salute del padre, che soffre di una recidiva di cancro alla prostata, postumi di un’ischemia e sintomi da Parkinson. Nel libro Detenuti l’onorevole Melania Rizzoli, che ha incontrato il boss, lo descrive come «un uomo molto vecchio, evidentemente malato».

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