Pura, Madonna, vittima, santa. Addio all'attrice Olivia Hussey

Fu Giulietta, Maria, una ragazza stalkerizzata e Madre Teresa di Calcutta. Due anni fa la causa alla Paramount

Pura, Madonna, vittima, santa. Addio all'attrice Olivia Hussey
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Prima di oggi, quando ci tocca dare notizia della sua morte, avvenuta ieri all'età di 73 anni, l'ultima volta che le cronache si interessarono all'attrice Olivia Hussey fu all'inizio del 2023, quando lei, in qualità di ex Giulietta, e il suo collega Leonard Whiting, in qualità di ex Romeo, fecero causa, 54 anni dopo i fatti, alla Paramount, casa di produzione del film Romeo e Giulietta diretto da Franco Zeffirelli, in cui i due furono la coppia shakespeariana per eccellenza. Chiesero infatti un risarcimento di 500 milioni di dollari (si presume da dividere in parti uguali) per «una scena di nudo non autorizzata» che causò loro crisi d'ansia e disagio emotivo. La grana finì presto nel dimenticatoio.

Dimenticatoio dove non è mai finito, invece, il viso angelico di Olivia, allora diciassettenne, nel celebre dramma. Era il 1968, e quei due ragazzi puri come gigli incarnavano già, senza saperlo, l'anti-sessantottismo, con quell'amore totalizzante e dunque tutt'altro che libero. Sei anni dopo, Olivia passò a un contesto lontano anni luce dal classico zeffirelliano. Black Christmas - Un Natale rosso sangue, di Bob Clark, è considerata la pellicola capostipite del genere horror-slasher, dove l'assassino è un maniaco che agisce a domicilio dei suoi bersagli. Era Jess, stalkerizzata via telefono dal killer, e a sua volta killer per sbaglio del suo fidanzato.

Tre anni dopo, nel '77, altro giro, altro regalo: Olivia, di nuovo agli ordini di Zeffirelli, salì agli onori dell'altare nello sceneggiato televisivo Gesù di Nazareth, cinque puntate con il botto per la Rai, l'anno dopo sunteggiate in quattro ore per il grande schermo. Lei è Maria, la madre di Gesù, una Giulietta appena più matura, ma sempre soave e sofferente, con quei colori e quei tratti mediorientali utilissimi alla causa.

Infine, superato il confine del Terzo Millennio, nel 2003 l'attrice argentina (nacque a Buenos Aires) naturalizzata britannica tornò a essere santificata, con il ruolo di Madre Teresa nella miniserie omonima di Fabrizio Costa.

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