Al Qaida, dopo Bin Laden tocca a al Zawahiri Nominato il nuovo leader del gruppo terroristico

L'organizzazione ha inviato un comunicato all'emittente al-Arabiya in cui ha sancito la successione ai propri vertici. La nomina non è una sorpresa: il 59enne era da tempo il numero due del gruppo terroristico islamico

Al Qaida, dopo Bin Laden tocca a al Zawahiri Nominato il nuovo leader del gruppo terroristico

È l’egiziano Ayman al-Zawahiri il nuovo leader di al-Qaeda. Con un comunicato riferito dall’emittente al-Arabiya è stata sancita la successione ai vertici dell’organizzazione terroristica che faceva capo a Osama Bin Laden, ucciso il 2 maggio in un blitz dei Navy Seals americani non lontano da Islamabad.

Nomina attesa La nomina di al-Zawahiri non è una sorpesa. Molti esperti, infatti, guardavano a lui come il più probabile successore dello "sceicco del terrore". Cinquantanove anni, nato in una famiglia di magistrati e medici egiziani, il "dottore", numero due dell’organizzazione Bin Laden, fa parte di al-Qaeda da oltre un decennio, da quando, in nome della comune lotta contro "gli ebrei e i crociati", l’ala egiziana del jihad si unì a quella che faceva capo al miliardario saudita. Entrato a 14 anni nei Fratelli musulmani, il gruppo radicale sunnita che ha ispirato Osama Bin Laden sin dall’inizio dei suoi studi in una scuola religiosa di Gedda, al-Zawahiri fu tra le centinaia di persone arrestate a seguito dell’assassinio del presidente egiziano Anwar al Sadat, il 6 ottobre del 1981.

Il primo contatto con Bin Laden Rilasciato poco dopo, si recò in Afghanistan, dove si unì alla resistenza dei mujahidin contro l’occupante sovietico: fu allora che per la prima volta entrò in contatto con Bin Laden, con cui diede vita ad al Qaida. Già nel 1996, gli Stati Uniti che su di lui hanno posto una taglia di 25 milioni di dollari lo ritenevano la minaccia più seria e credibile contro gli obiettivi americani come poi dimostrato dagli attacchi alle ambasciate degli Stati Uniti in Kenya e Tanzania, nell’agosto del 1998, costati la vita a oltre 250 persone. Le autorità del Cairo lo ritengono responsabile anche dell’attentato nel novembre del 1997 a Luxor, nel quale morirono 62 turisti, per il quale è stato condannato a morte in contumacia.

I messaggi Volto e voce di Al Qaida, numerosi sono i messaggi video e audio che ha registrato in questi anni per incitare al Jihad, denunciare "i crociati, le cospirazioni sioniste e gli arabi traditori", al-Zawahiri fu già obiettivo di un raid americano all’inizio del 2006. Il 13 gennaio, la Cia lanciò un attacco a Damadola, un villaggio pachistano al confine con l’Afghanistan, dove credeva si trovasse il medico egiziano invitato a una cena di leader militanti. Nel raid morirono 18 persone, tra cui cinque donne e cinque bambini, mentre al-Zawahiri, la cui presenza a quella cena non venne mai in realtà confermata sfuggì all’attacco aereo americano. In un messaggio audio del mese di aprile 2008, il numero due di Al Qaeda definì le Nazioni Unite "un nemico dell’Islam e dei musulmani" e assicurò che Bin Laden era "vivo ed in buona salute". Nel gennaio successivo, in un nuovo messaggio, il medico egiziano giurò vendetta per gli attacchi israeliani su Gaza.

Il 14 dicembre 2009 Zawahiri rilanciava l’appello a formare uno stato islamico in Israele ed esortava i suoi a "promuovere il jihad contro gli ebrei" ed i loro sostenitori. Zawahiri lanciava quindi nel nuovo messaggio video un nuovo appello alla guerra santa contro l’America e l’Occidente.

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