La scrittura è dura ed efficace. E così cattura, ti fa segno di seguirla, ogni tanto strattona affascinandoti, altre volte ti allontana per qualche istante tanto sono secche, prive di ammortizzatori narrativi, le descrizioni degli omicidi o delle scene di sesso. Per questo "Quando anche il sole muore" risulta intrigante e indisponente al tempo stesso e come una bella donna intrigante e indisponente non sai se insistere nella lettura e portarla a cena o chiudere il libro e lasciarla a casa. All'inizio lo affronti così, un po' impaurito, poi, come per magia, come se l'autore l'avesse previsto, non riesci più a farne a meno e a quel punto devi e sei costretto a seguirne la storia e i personaggi. Nel loro profondo.
"Quando anche il sole muore" è un thriller ambientato in una Milano calda e afosa. Racconta di un ex poliziotto rimasto sordo e senza memoria in seguito a un incidente durante un azione sul campo. Racconta del suo mondo senza rumori e ricordi e dei molti, troppi buchi neri che accompagnano la sua nuova, silenziosa, esistenza.
"Il mio nome è Pietro Ferri. È scritto su tutti i miei documenti. Ma è un nome che non mi sento addosso... ". Si presenta. E ancora: "... Guardo il mondo muoversi attorno a me... muto, ma con i colori e senza le scritte per spiegare quanto sta accadendo sullo schermo della vita".
Quarto romanzo di Claudio Gianini, classe 1968, ingegnere meccanico con un passato di progettista in F1 (ha lavorato per Ferrari, Dallara e Toyota), è un noir, pulp, soprattutto un thriller psicologico capace di far riflettere sui mille mostri nascosti dentro di noi perché, come scrive Gianini, «il vero mostro da stanare è quello che giace in fondo a noi stessi» ("Quando anche il sole muore", Claudio Gianini, ed. LAB, pp 246, euro 15).
Domani, a Merate (Lc), l'autore incontrerà i lettori presso la Libreria Mondadori di Piazza Prinetti 26/B, alle 16,30.
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