«Vi rendete conto cosa significa godere dei benefici della legge 104? Io me la godo per mio figlio. Tutti i mesi, tutti i giorni, tutte le ore. Sono anni che mi sento dire che sono fortunata perché godo della legge 104. Ve la cedo volentieri, ci aggiungo anche 10 anni di contributi. Mi date in cambio la salute di vostro figlio?». Paula, dipendente pubblica, ha affidato al web le sue parole. La sua è unaccusa amara, lo sfogo disperato di chi, oltre alle difficoltà quotidiane per crescere un figlio malato, deve sopportare assurdamente anche la nomea di «privilegiata». Effetto collaterale perverso dellitalica furberia: per dieci che sfruttano indebitamente una norma, altri cento, che in quella stessa norma trovano un aiuto vitale, vengono indicati come profittatori.
Il messaggio di Paula è solo uno dei tanti che nelle ultime settimane i dipendenti pubblici hanno pubblicato sul forum del sito del ministero di Brunetta (innovazionepubblica.it). Un epistolario coperto dallanonimato dei nickname (i soprannomi di internet) creato da chi negli uffici pubblici ci lavora, unaggregazione di pensieri che emana una miscela inquietante di paura e rabbia. Paura di chi, come Paula, teme di perdere uno dei pochi strumenti di sostegno cui si aggrappa per andare avanti; e la rabbia di chi tocca con mano ogni giorno cosa vuol dire dover fare il doppio del lavoro a causa di colleghi «furbi».
Allo sgomento di «Paula» risponde ClintBarton: «Forza Ministro Brunetta, continui pure, ma ascolti legga bene le parole di Paula, perché è vero che nella Pa cè chi ci marcia sulla 104, ma è anche vero che molti che ne avrebbero bisogno non la utilizzano, e che molti che la utilizzano vivono quotidianamente rimproveri e stupide invidie, ma soprattutto inferni familiari che non devono essere qui nemmeno messi in dubbio». Sempre in risposta al commento di Paula la riflessione di Ruvena: «Sig.ra Paula, ci mancherebbe altro che venisse tolta la legge, che ritengo giusta e doverosa verso chi ha problemi gravi come i suoi; ma proprio per far ottenere qualcosa in più ai veri bisognosi, e far sì che alla fine non ci rimettano proprio questi, ritengo che si debba far qualcosa per stanare gli imbroglioni, con più rigore e controlli. E proprio Lei e altri che si trovano nelle sue condizioni dovrebbero essere daccordo con me su questo. La mia rabbia, mi creda, è data dal fatto che troppe volte ho visto colleghi con vere disabilità dover compensare lassistenza al congiunto con le ferie o riposi compensativi perché non sono riusciti a ottenere i benefici della 104».
Commenta Laura: «La legge 104 è una buona legge, purtroppo gente senza scrupoli ne approfitta. Lo dico da mamma di un ragazzo disabile di 18 anni». Biblos74: «Sono contenta che finalmente qualcuno abbia deciso di mettere un freno a quanti lavorando nel pubblico, dove non esiste licenziamento, si sentono autorizzati a poter lavorare 200 giorni anni su 365! Non nascondo che questo decreto andrà anche a mio sfavore, essendo portatrice di un handicap grave, ma che nonostante tutto, probabilmente per il troppo senso del dovere o forse per sfidare la mia patologia, non ho mai profittato sul lavoro della mia situazione». Secca la denuncia di Achillide: «Nel mio ufficio capita che se uno ha preso 15 ore e il mese è finito, lultimo giorno del mese prende le altre tre ore, tanto sono pagate, e va in piscina. Purtroppo colpire tutti indiscriminatamente va a colpire anche i casi gravissimi che ci sono. Ma vi giuro quanti abusi, tanti, ma tanti, ma tanti da fare schifo». Lamberto: «Invito il ministro Brunetta a valutare con molta attenzione questa revisione dei privilegi di noi fortunati fruitori della legge 104. Vorrei ricordare che chi come me assiste un familiare, in realtà produce un risparmio per lamministrazione pubblica e non un onere». Luciana dà voce alla sua paura: «Sono anchio una handicappata giudicata grave da una commissione medica e i giorni della 104 li utilizzo per i continui controlli oncologici e tutti gli accertamenti diagnostici che devo effettuare. Come potrei fare se non ci fosse la 104?».
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