Quattro ragazzi, sette anni e mille storie da raccontare

Alla prossima Mostra del Cinema di Venezia saranno presentati due film sul più famoso gruppo musicale

Quattro ragazzi, sette anni e mille storie da raccontare

È un pugno di date. Ma in mezzo c'è tutto un mondo. E la sua fine. Da una parte correva il 1965, ed esattamente in questi giorni, 59 anni fa, tra il 13 e il 15 agosto, i Beatles si ritrovavano a suonare per la prima volta in uno stadio, il famoso Shea Stadium nel Queens a New York. Dall'altra, siamo sempre ad agosto, ma nel 1972 e John Lennon sale sul palco del Madison Square Garden di New York con la compagna Yoko Ono e il gruppo Elephant's Memory per un concerto di beneficenza. È la sua ultima apparizione in pubblico i Beatles si erano già sciolti da due anni se si esclude quella con Elton John, frutto di una scommessa, due anni dopo nello stesso luogo.

Alla 81ª Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, dal 28 agosto al 7 settembre al Lido di Venezia, arrivano fuori concorso due film che, lavorando su materiali documentari, raccontano un'epoca segnata da grandi cambiamenti.

In ordine di proiezione, il 30 agosto ecco One to One: John & Yoko del regista scozzese Kevin MacDonald (premio Oscar per il miglior documentario nel 2000 con One Day in September) codiretto con il suo montatore abituale Sam Rice-Edaward, incentrato non solo sulla ricostruzione degli anni newyorkesi di John Lennon e Yoko Ono e sul concerto al Madison Square Garden, ma anche sulla rivisitazione della storia musicale e politica degli Stati Uniti d'America di quel periodo grazie a materiali inediti, come l'audio dei concerti remixati da Sean Ono Lennon, filmati restaurati e l'accesso agli archivi personali con le telefonate e le riprese amatoriali girate dagli stessi protagonisti.

Poi, il 4 settembre, c'è il viaggio nel tempo di Twst, titolo acronimo della canzone dei Beatles Things We Said Today in cui Andrei Ujica immagina quattro ragazzi viaggiare nel tempo per rivivere l'emozione del concerto di una delle band più famose di sempre. Il grande documentarista romeno si serve dei materiali d'archivio per ricostruire il clima politico e culturale di quegli anni. Il film è costituito esclusivamente da materiale d'archivio dell'epoca, da filmati amatoriali in 8 mm e da immagini del concerto, registrato con quattordici macchine da presa in 35 mm. Su questo concerto trionfale in realtà s'è già visto tutto, le urla incredibili dei 55.600 spettatori, per lo più ragazze, nello specifico adolescenti, accorse appunto a urlare tanto che sia John Lennon che Paul McCartney ripetono in continuazione: «Riuscite a sentirci?»; i duemila poliziotti impegnati a contenere la massa ma anche, da padri di famiglia, consolavano le ragazze disperate e facevano rinvenire quelle svenute.

Il punto di contatto con l'oggi, con questa specie di ritorno al futuro, sono le voci di quattro giovanissimi e promettenti interpreti statunitensi Tommy McCabe, Therese Azzara, Shea Grant e Sarah McCluskey e l'utilizzo di tecniche di animazione con i disegni di Yann Kebbi che inseriscono questi ragazzi all'interno dei filmati d'epoca: «Un momento si legge nelle note di produzione in cui il presente sarà già diventato un passato inquietante, non recuperabile né dimenticabile». Perché allo Shea Stadium arrivano gli echi della rivolta di Watts a sfondo razziale, filtrati dalla costa orientale su tutte le tv così come l'Esposizione mondiale di New York in corso mostra le incrinature di un evento sfortunato che l'organismo preposto alle Expo non approvò. Il regista Andrei Ujica, dopo 12 anni di lavoro, è riuscito finalmente ad approdare a un montaggio definitivo del suo film (ne aveva presentato uno provvisorio al Pordenone Doc Fest due anni fa): «Tra i miei sogni al liceo scrive su Facebook c'erano questi: lavorare a un progetto con una grande band pop e girare un film americano. Solo 50 anni dopo ho avuto il coraggio di realizzare un film sul primo concerto della più grande band di tutti i tempi allo Shea Stadium. Come ho detto ai giovani attori newyorkesi, dei quali ho registrato le voci lo scorso autunno, non importa quanto tempo ci vuole per realizzare un sogno, l'importante è avere successo prima di dimenticarlo».

Però il successo, si sa, è effimero e difatti con One to One: John & Yoko siamo solo nel 1972 ma l'atmosfera è completamente diversa da quella del 1965. John Lennon indossa la sua leggendaria giacca militare e gli occhialetti da sole rotondi mentre Yoko Ono, che la mitologia beatlesiana ha già iniziato a disegnare come l'artefice della separazione dei Fab Four, prende parte al concerto suonando e cantando. Il pubblico, anche femminile, c'è, ma non urla più. Sono trascorsi sette anni, ma sembra un secolo. Il '68 è già archiviato mentre la guerra in Vietnam continua. Non ci sono più le adolescenti spensierate che speravano di sposare un Beatles. Incredibilmente due di quelle presenti allo Shea Stadium alla fine ci riuscirono. Linda Louise Eastman, 25 anni al concerto, ha sposato nel 1969 Paul McCartney mentre Barbara Goldbach, all'epoca diciannovenne, poi attrice con il nome d'arte Barbara Bach (è la Bond Girl di La spia che mi amava e ha lavorato molto anche in Italia con Corbucci, Martino e Castellari), si sposa nel 1981 con Ringo Starr, conosciuto sul set comune de Il cavernicolo e con il quale oggi vive felicemente a Cranleigh, in Inghilterra.

Pochi mesi prima l'America aveva mostrato ancora una volta la sua faccia ambigua con il venticinquenne Mark David Chapman che, sulla 72ª strada di New York, esplode contro John Lennon cinque colpi di pistola, uccidendolo.

La fine dei Beatles è plasticamente definitiva mentre lo Shea Stadium, nel newyorchese Queens, nel 2008 viene abbattuto per fare posto a un parcheggio. Ma, grazie anche ai due film della Mostra di Venezia, e proprio come cantavano i Beatles, «poi ricorderemo le cose che abbiamo detto oggi».

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