Quei raid anti-fascisti più liberticidi del fascismo

Nel nome della de­mocrazia si nega il diritto di presentare un libro, nel nome dell’antifascismo si ne­ga la libertà di parola. L’altro giorno ero a Palermo per un convegno all’università, c’erano manifesti contro di me e la facol­tà era presidiata da tanta polizia, camio­nette, Digos... Manco fossi un boss della mafia

Quei raid anti-fascisti più liberticidi del fascismo

Combatti il fascismo, boicotta la Mon­dadori. È difficile trovare il nesso tra un regime, con una sua storia e un’ideologia,e una casa editrice che pub­blica di tutto e racchiude nel suo catalogo mezza cultura italiana e più, largamente antifascista. Di autori «di destra» forse ne ha pubblicati più Adelphi o Laterza, solo per far due esempi, che Mondadori. Ma quelle scritte ripetute in una centralissi­ma via di Palermo fanno da didascalia agli assalti dei giorni scorsi alla libreria Mondadori, colpevole di aver ospitato la presentazione di un romanzo edito da Rizzoli su Casa Pound.

Quattro aggrediti, cariche contro la polizia, vetrine danneg­giate, auto incendiate, sede bruciata, as­sedi per impedire la presentazione di un libro. E poi i fascisti, i violenti, i nemici della libertà e della cultura sarebbero quelli di Casa Pound... Direte, ma sono frange estreme. Sì, ma fanno rima baciata con chi da cattedre e giornali boicotta e addita la Mondadori, censura eventi, libri, autori «di destra», rifiuta dibattiti pubblici con autori di de­stra. Sempre perché sarebbero quelli e non loro i fascisti, gli intolleranti, i nemici della libertà e della cultura. Viviamo in un’epoca allucinante.

Nel nome della de­mocrazia si nega il diritto di presentare un libro, nel nome dell’antifascismo si ne­ga la libertà di parola. L’altro giorno ero a Palermo per un convegno all’università, c’erano manifesti contro di me e la facol­tà era presidiata da tanta polizia, camio­nette, Digos... Manco fossi un boss della mafia. E io parlavo di Seneca, del pensie­ro comunitario, di libri... Aula magna gre­mita, ma sotto assedio. I giornali taccio­no, non danno notizia se parla «uno di destra».

Una giornalista di Repubblica mi dice che ne scriverà solo in caso di scon­tri; come dire, il convegno col Magnifico Rettore va solo in cronaca nera, non in cultura.

Quando ci sveglieremo da que­sto incubo che chiamano democrazia? Quando pagheranno i responsabili di questo clima? Quando si scoprirà il nes­so tra la violenza degli estremisti e l’intol­leranza di professori e giornali? Mare ma­re mare voglio annegare, portami lonta­no a naufragare, via via via da queste sponde...

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