QUEL POETICO PINOCCHIO DI COMENCINI

È stato sempre un rischio trasporre in immagini il capolavoro di Carlo Collodi Le avventure di Pinocchio, il libro italiano più tradotto nel mondo. Walt Disney ne creò un cartoon di grande successo ma poco fedele, Benigni, tanti anni dopo, un film che è stato un flop artistico e insieme commerciale. Luigi Comencini ne trasse, invece, nel 1972 uno sceneggiato televisivo in cinque puntate che ebbe un’audience straordinaria con oltre 21 milioni di media di spettatori e punte di 23, uguali a quelle della Canzonissima di quell’anno. Più di un critico sottolineò che si trattava, con quel titolo, di un successo annunciato, ma è comunque certo che Comencini riuscì a fare del romanzo di Collodi uno sceneggiato di grande impatto sul pubblico, anche se assai infedele alla lettera e allo spirito del libro. Nella sceneggiatura scritta insieme a Suso Cecchi D’Amico, il regista aveva capovolto il personaggio di Pinocchio il cui desiderio - e la chiave del romanzo - è di trasformarsi da burattino in bambino. Nelle Avventure di Pinocchio televisive Pinocchio continuava ad essere un bambino che solo quattro volte diventava burattino e anche ciuco, quando ne combinava di tutti i colori. La profonda moralità del libro veniva tradita, in chiave sessantottesca, facendo di Pinocchio una sorta di eroe bambino in lotta contro la morale repressiva degli adulti. Se questa interpretazione era destinata a suscitare più di una critica, Comencini era, in compenso, apparso ancora una volta un maestro nel raccontare, con finezza e con poesia anche autobiografica, il mondo infantile. La difficoltà maggiore era trovare un interprete giusto per il ruolo del protagonista. Comencini, dopo molti provini, scelse Andrea Balestri, un bambino di cui lo avevano colpito la vitalità, la fantasia e la furbizia. Fu una scelta felicissima perché Balestri, sotto l’attenta guida del regista, risultò un Pinocchio sorprendente. Egli, però, mise a dura prova, durante la lavorazione dello sceneggiato, girato con la macchina da presa, i nervi e la pazienza di Comencini e dei suoi collaboratori. Si rivelò, infatti, troppo vivace, imprevedibile, difficile da gestire, nonostante il suo innato talento d'attore. Tuttavia Comencini riuscì, con la sua esperienza di regista abilissimo a dirigere attori bambini, a domarlo e a fare dei suoi difetti caratteriali la chiave del personaggio di Pinocchio. Accanto a Balestri, Manfredi fu un Geppetto ideale, ma anche lui non aveva un carattere facile e non mancarono le tensioni sul set.

Gli altri erano Gina Lollobrigida, un po’ improbabile come Fata dai capelli turchini, Franchi e Ingrassia gustosissimi Gatto e Volpe, Vittorio De Sica, autorevole giudice. Il risultato finale fu uno sceneggiato di grande qualità, che il pubblico seguì con straordinario interesse.

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