Quel tragico schianto che costò la vita ai marò

Quel tragico schianto  che costò la vita ai marò

Pier Luigi Gardella

Il 18 dicembre 1983, era domenica, come quest’anno. Una mattinata fredda con una sottile pioggia, quella pioggia che rende viscide le strade. Un pullman di ragazzi ventenni, tutti marinai di leva, percorre l’autostrada dalla Spezia verso Genova. Sono in 38, spensierati e contenti, perché un fortunato sorteggio li ha prescelti per andare assistere alla partita di calcio. Alle 8.30, poco dopo il casello di Nervi il pullman sbanda, uno schianto sul guard rail, il volo dal viadotto. Solo quattro sono estratti vivi ed uno di questi quattro morirà poco tempo dopo. Improvvisamente 35 famiglie italiane piombano nel lutto. Due erano genovesi. Il parroco della Castagna di Quarto sta celebrando la messa quando un incessante urlo di sirene si diffonde nel quartiere. Gli dicono cos’è successo, a poche centinaia di metri dalla sua chiesa. Pregherà per loro durante la stessa messa.
Vigili del Fuoco, Carabinieri, Esercito e Pubbliche Assistenze arrivano con uomini e mezzi sul luogo dell’incidente. Per tutta la mattinata decine di uomini si prodigano nel disperato tentativo di salvare qualche giovane vita. Tra le volontarie della P.A. Croce Bianca di Cornigliano, c’è una mamma, la mamma di Carmelo Anelli, marinaio ad Aulla. Lei sa che il figlio quel mattino era partito con quel pullman, un Fiat 370 della Marina, per andare alla partita, sa che Carmelo deve essere fra quei ragazzi; la sua è una corsa col cuore in gola, con la segreta speranza di trovarlo vivo: potrà solo riabbracciarlo privo di vita.
C’era anche la mamma di Carmelo venerdì scorso, nella chiesa della Castagna di Quarto, dove per iniziativa del Gruppo di Genova «M.O. Luigi Mascherpa» l’Associazione Nazionale Marinai d'Italia ha ricordato i 35 marinai con una Messa celebrata dal parroco di Santa Maria della Castagna, don Carlo.
Era presente anche il padre di Marco Cecchi, l'altro marinaio genovese che perse la vita quel giorno.
Come ormai ogni anno, da ventidue anni, i Marinai genovesi ricordano questi giovani, e lo fanno in maniera semplice, pregando per le loro anime e cercando di portare una parola di consolazione ai parenti.

Al termine della messa, alla quale hanno partecipato anche alcuni Alpini del locale Gruppo di Nervi, un piccolo corteo si è portato innanzi al cippo che, presso lo svincolo autostradale, ricorda i 35 ragazzi, deponendovi una corona di alloro.

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