Quelle ragazze «virtuose» che incantano Milano

Giovani fuoriclasse crescono. Così la «classica» internazionale svecchia il proprio «parco solisti», declinato (sempre più spesso) al femminile. Provare (e ascoltare) per credere. Nel giro di un weekend o poco più, le maggiori sale concertistiche della città presentano tre concertiste che, se insieme non fanno ottant’anni, possono già vantare, oltre a naturale talento, capacità, classe e personalità da vendere. Sono la violoncellista Sol Gabetta e le violiniste Arabella Steinbacher e Mayuko Kamio. La prima, argentina con passaporto francese dalla tecnica prodigiosa e dalla eccezionale incisività di suono, concluderà domani in Auditorium Cariplo (ore 16, info: 02-83389401/2/3, www.laverdi.org) il tradizionale «trittico» dell’Orchestra Verdi, diretta da Oleg Caetani, eseguendo il Concerto n. 1 per violoncello e orchestra op.33 di Camille Saint-Saëns, partitura definita semplicemente «un capolavoro» da Shostakovic e Rachmaninov, due che sanno quel che dicono. La carriera della bella Sol, al debutto con l’ensemble di largo Mahler, comincia nel 2004 quando, assieme ai Wiener Philharmoniker diretti da Valery Gergiev, si sibisce al Festival di Lucerna, con immediato successo di pubblico e stampa. Appassionata di musica da camera, suona un raro e prezioso violoncello di Giovanni Battista Guadagnini del 1759, affidatole dalla Stiftung Rahn. In attesa di rivederla (e riascoltarla) in città, passiamo alla Scala, dove sempre domani (ore 20, info: 02-2662771/26627732, www.legatumori.mi.it), in occasione del concerto organizzato dalla sezione provinciale della Lilt (Lega italiana per la lotta contro i tumori) dedicato all’oncologo Gianni Ravasi, chirurgo insigne fin dal lontano 1980 presidente della Lilt meneghina e scomparso lo scorso gennaio, si esibirà la violinista Arabella Steinbacher, che accompagnerà nella prima parte del programma la titolata Orchestre de la Suisse Romande - per la prima volta a Milano - diretta dal polacco Marek Janowski, nell’esecuzione del Concerto per violino e orchestra op. 64 di Mendelssohn Bartholdy. La giovane di Monaco di Baviera (di madre giapponese) eseguirà il fantasmagorico concerto del compositore tedesco imbracciando nientemeno che lo Stradivari «Booth» del 1716, strumento affidatole dalla Nippon Music Foundation. A completamento della serata all’insegna della solidarietà, l’ensemble elvetica, fondata nel 1918 da Ernest Ansermet (che ricoprì il ruolo di direttore principale fino al 1967), si esprimerà nella Sinfonia n.4 op.98 di Brahms.
Non è finita. Martedì 13, infatti, in Conservatorio (Sala Verdi, ore 20.30, info: 02-76005500, 199.112.112. www.quartettomilano.it), la Società del Quartetto ospita, per la prima volta, Mayuko Kamio, giapponese di Osaka che si è già fatta apprezzare e applaudire nelle maggiori sale da concerto del mondo, anche grazie alla strabiliante affermazione riportata nel 2007 al prestigioso Concorso Cajkovskij di Mosca, vero e proprio trampolino di lancio per la scena internazionale. La giovane nipponica, alle prese con uno Stradivari del 1727 affidatole da Suntory Limited, si presente sul palco del Conservatorio accompagnata dal pianista russo Dmitri Demiashkin, e punta tutto sulle sue (consapevoli) doti virtuosistiche, abituata com’è per natura e capacità a «girare alto».

Così, la ascolteremo nello Scherzo dalla Sonata F.A.E. di Brahms, per passare alla Sonata n.1 op. 75 di Saint-Saëns, alla Sonata n.2 op. 36 di Busoni, per concludere con la Fantasia brillante sul Faust di Gounod op.20 di Wieniawski.

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