Roma - Dalla questione morale alla crisi economica, dall'etica pubblica all'abuso degli strumenti di indagine. Bagnasco parte all'attacco e poi lancia un messaggio chiaro: "All'orizzonte un nuovo soggetto sociale di dialogo con la politica". Il presidente della Cei, interviene a tutto campo. Da una parte sprona il parlamento ad attuare nuove misure per far fronte alla contingenza economica negativa, dall'altra chiede alla politica tutta di fare i conti con la questione morale e di "purificare l'aria". "I giorni che stiamo vivendo sono caratterizzati da un senso di insicurezza diffuso nel corpo sociale, rafforzato da un attonito sbigottimento a livello culturale e morale - ha detto Bagnasco - vorremmo che la nostra parola, se deve echeggiare nel cuore degli italiani e nell’opinione pubblica, riuscisse a risvegliare la speranza, e a un tempo quella tensione alla verità senza la quale non c’è democrazia".
Il nodo della questione morale Poi un richiamo bipartisan alla moralità in politica: "La questione morale non è una debolezza esclusiva di una parte soltanto e non riguarda semplicemente i singoli, ma gruppi, strutture, ordinamenti, a proposito dei quali è necessario che ciascuna istituzione rispetti rigorosamente i propri ambiti di competenza e di azione, anche nell’esercizio del reciproco controllo". Poi ancora: "La questione morale complessivamente intesa non è un’invenzione mediatica: nella dimensione politica, come in ciascun altro ambito privato o pubblico, essa è un’evenienza grave, che ha in sé un appello urgente".
Stili di vita incompatibili col decoro delle istituzioni E poi un attacco indirizzato al Cavaliere ma senza citarlo mai: "Si rincorrono - ha spiegato Bagnasco - con mesta sollecitudine, racconti che, se comprovati, a livelli diversi rilevano stili di vita difficilmente compatibili con la dignità delle persone e il decoro delle istituzioni e della vita pubblica. Da più parti, nelle ultime settimane, si sono elevate voci che invocavano nostri pronunciamenti. Forse che davvero è mancata in questi anni la voce responsabile del magistero ecclesiale che chiedeva e chiede orizzonti di vita buona, libera dal pansessualismo e dal relativismo amorale?".
L'ingente mole di strumenti d'indagine Guardando alla crisi che vive l’Italia, Bagnasco ha notato che emerge l’impressione che talvolta "il regolamento dei conti personali sia prevalente rispetto ai compiti istituzionali e al portamento richiesto dalla scena pubblica, specialmente in tempi di austerità". Nella prolusione al Parlamentino dei vescovi italiani, il cardinale ha spiegato che se in certi comportamenti oggetto di inchieste "è l’esibizione talora a colpire", ugualmente "colpisce l’ingente mole di strumenti di indagine messa in campo su questi versanti, quando altri restano disattesi e indisturbati. E colpisce la dovizia delle cronache a ciò dedicate". Tuttavia, ha tenuto a chiarire Bagnasco, "nessun equivoco può qui annidarsi: la responsabilità morale ha una gerarchia interna che si evidenzia da sé, a prescindere dalle strumentalizzazioni che pur non mancano".
Manovra economica insufficiente Poi tocca all'economia e alla manovra anticrisi passare sotto la lente dei vescovi. "Diamo voce alle preoccupazioni che pulsano nel corpo vivo del Paese" riguardo alle conseguenze della crisi economica in atto, e non sfugge loro "quel che, a più riprese, si è tentato di fare e ancora si sta facendo per fronteggiarle". "L’impressione tuttavia - ha affermato il presidente della Cei- è che, stando a quel che s’è visto, non sia purtroppo ancora sufficiente". "Colpisce la riluttanza a riconoscere l’esatta serietà della situazione al di là di strumentalizzazioni e partigianerie; amareggia il metodo scombinato con cui a tratti si procede". "È nota - rileva il porporato - la difficoltà a innescare la marcia di uno sviluppo che riduca la mancanza di lavoro, ed è noto il peso che i provvedimenti economici hanno caricato sulle famiglie; non si può, rispetto a queste dinamiche, assecondare scelte dissipatorie e banalizzanti. La collettività guarda con sgomento gli attori della scena pubblica e l’immagine del Paese all’esterno ne viene pericolosamente fiaccata. Quando le congiunture si rivelano oggettivamente gravi, e sono rese ancor più complicate da dinamiche e rapporti cristallizzati e insolubili, tanto da inibire seriamente il bene generale, allora non ci sono nè vincitori nè vinti: ognuno è chiamato a comportamenti responsabili e nobili. Solo comportamenti congrui ed esemplari, infatti, commisurati alla durezza della situazione, hanno titolo per convincere a desistere dal pericoloso gioco dei veti e degli egoismi incrociati".
Nascita di un nuovo soggetto politico "Sembra rapidamente stagliarsi all’orizzonte la possibilità di un soggetto culturale e sociale di interlocuzione con la politica, che, coniugando strettamente l’etica sociale con l’etica della vita, sia promettente grembo di futuro, senza nostalgie nè ingenue illusioni", ha poi detto Bagnasco, riferendosi alla nascita di una nuova aggregazione dei cattolici impegnati nella vita pubblica e in politica.
In merito al dibattito in corso nel mondo cattolico, il cardinale ha aggiunto: "La transizione dei cattolici verso il nuovo inevitabilmente maturerà all’interno della transizione più generale del Paese, e oserei dire anche dell’Europa, secondo la linea culturale del realismo cristiano, e secondo quegli atteggiamenti culturali di innovazione, moderazione e sobrietà che da sempre la connotano".
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