Dopo il travolgente trionfo elettorale, per avere unopposizione decente, Nicolas Sarkozy si è dovuto innamorare di Carla Bruni. Contento lui, contenti i francesi che hanno ripreso a criticarlo. Non so se augurare la stessa cosa a Berlusconi.
Noi di sinistra abbiamo troppa venerazione per la signora Veronica Lario per augurarle un dispiacere. Tuttavia il tema dellopposizione a Berlusconi esiste. Quella di Di Pietro sa di muffa, Casini è sotto choc, Walter non tiene «cazzimma» (per i lettori leghisti: «cazzimma» è espressione napoletana che vuol dire «cattiveria», persino «malvagità»).
Non cè democrazia che si rispetti senza una opposizione che sappia trovare le strade per farsi sentire. Lubriacatura bipartitica sta trascurando questo piccolo particolare. Nel sistema precedente, che nessuno rimpiange tranne Pecoraro Scanio, chiunque aveva qualcosa da dire sapeva che cera un partito con cui parlare. Oppure se lo faceva. Oggi se non ti ascolta Berlusconi e non ti vede Veltroni, sei finito. In tanti altri Paesi bipartitici o tendenzialmente bipartitici va bene così. La società si adatta allo scontro a due e allora entrano in campo le lobby, i sindacati, le organizzazioni non governative, linformazione, il cinema, lassociazionismo più vario, le chiese che ti vendono il dio che vuoi.
In Italia, Paese che ha alle spalle una solida tradizione di opposizione violenta e persino terroristica, invece il cambiamento bipartitico sta avvenendo a struttura politico-sociale immutata. È questo il guaio del nostro Paese. Fare le cose a metà. Abbiamo fatto male la Seconda Repubblica bipolare svuotandola con iniezioni di proporzionalismo. Oggi facciamo la Terza Repubblica tendenzialmente bipartitica con lassetto politico-sociale ancora multipartitico.
Il rischio democratico è forte. La responsabilità di chi governa e di chi si oppone è eccezionale. Un viaggio nellItalia che non governa e che non si riconosce nellopposizione può trasformarsi in un safari nel deserto con tribù di nomadi (in questo caso non centrano i rom) pronte allassalto proditorio. Sappiamo, ad esempio, che tutta larea del sindacalismo diffuso e fai-da-te sta crescendo a mano a mano che le grandi organizzazioni confederali sono irrigidite dalle loro gigantesche e ben pagate burocrazie. Sappiamo che il mondo dellassociazionismo è prevalentemente cattolico e questo dato, alla lunga, potrà creare qualche problema se lopposizione sociale sarà egemonizzata dalla gente di fede.
Lobiezione a questo ragionamento è semplice e potrebbe farmi tacere. Non è compito del governo o di chi ha vinto le elezioni occuparsi di chi si oppone. Veltroni potrebbe dirmi: vi piaccia o no anche la mia è unopposizione, chi non la condivide se ne faccia unaltra. Giusto e sbagliato al tempo stesso. Ecco perché è sbagliato. Perché cè stato un tempo, gli ultimi anni Sessanta, in cui il sistema politico ha retto lurto di una grande opposizione in gran parte extraparlamentare perché cerano, a fare da cuscinetto, grandi partiti di massa. Malgrado ciò è successo quel che è successo. Ora, invece, in caso di crescita di unopposizione sociale e politica alimentata da una crisi economica prolungata non si troverebbe alcun cuscinetto. Sarebbe anti-sistema, immediately.
Questo ragionamento mi spinge a consigliare Berlusconi e Veltroni a lasciar perdere ulteriori modifiche bipartitiche, per esempio con la legge elettorale europea. Mi porta a dire che il loro principale compito, visto che hanno inaugurato una stagione di dialogo, è quello di farsi una dura concorrenza nel costruire i loro partiti come veri partiti democratici di massa e non come arene frementi per il Capo.
Peppino Caldarola
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