Come da tradizione, Sergio Mattarella ha partecipato alla cerimonia di consegna del "Ventaglio" da parte dell'Associazione stampa parlamentare, al Quirinale. Questa è stata l'occasione per affrontare i temi di stretta attualità e condannare le violenze che si sono registrate di recente, compresa quella nei confronti di un giornalista de La Stampa da parte di un gruppo di estremisti di destra, e quelle politiche.
Odio contro informazione e politica
"Ogni atto rivolto contro la libera informazione, ogni sua riduzione a fake news, è un atto eversivo rivolto contro la Repubblica. Garanzia di democrazia è, naturalmente, il pluralismo dell'informazione. A questo valore le istituzioni della Repubblica devono rivolgere la massima attenzione e sostegno", ha detto il capo dello Stato, che ha ricordato "che i giornalisti si trovano ad esercitare una funzione di carattere costituzionale che si collega all'art.21 della nostra Carta fondamentale, con un ruolo democratico decisivo". Eppure, ha proseguito, sono in aumento "contestazioni, intimidazioni, se non aggressioni, nei confronti di giornalisti, che si trovano a documentare fatti". Rivolgendosi ai giornalisti presenti, quindi, il presidente della Repubblica ha dichiarato che "il ringraziamento più intenso riguarda il prezioso e talvolta non facile compito di seguire e interpretare il mondo delle istituzioni e della politica, dandone notizia ai cittadini, esprimendo opinioni, suggerimenti, critiche che - non va mai dimenticato - sono essenziali nella vita democratica".
Alla libertà di opinione, ha proseguito, "si affianca la libertà di informazione, cioè di critica, di illustrazione di fatti e realtà. Si affianca, in democrazia, anche il diritto a essere informati, in maniera corretta. Informazione, cioè, come anticorpo contro le adulterazioni della realtà". Ma nel suo intervento il presidente ha parlato anche della violenza che colpisce i politici in maniera sempre più frequente e l'ha definita un "aspetto inquietante". Una "sub cultura che si ispira all'odio" e una "violenza che da verbale diventa frequentemente fisica". Ha ricordato l'attentato a Trump e quello a Fico e tutti quelli che si sono susseguiti negli ultimi mesi. "È fondamentale e doveroso ribadire la condanna ferma e intransigente nei confronti di questa drammatica deriva di violenza contro esponenti politici di schieramenti avversi trasformati in nemici. Occorre adoperarsi sul piano culturale contro la pretesa di elevare l'odio a ingrediente, a elemento legittimo della vita: una spinta per retrocedere nell'incivile", ha proseguito.
Antisemitismo e guerre
Ed è proprio quando stava ricordando l'attentato subito da Franziska Giffey, ex sindaco di Berlino, che Mattarella ha sottilmente ironizzato sul ddl (ritirato dalla Lega) sui nomi femminili: "Spero che si possa ancora dire sindaca". Ma sempre a proposito dell'odio dilagante, il capo dello Stato ha voluto effettuare anche un passaggio sul ritorno dilagante e crescente dell'antisemitismo, "l'aumento dell'intolleranza religiosa e razziale, che hanno superato il livello di guardia. Un odio che viene spesso alimentato sul web, che va non soltanto condannato ma concretamente contrastato con rigore e severità". L'antisemitismo si è acuito con il ritorno dello scontro aperto tra Israele e Palestina ma l'altro conflitto aperto e preoccupante è quello in Ucraina, alle porte dell'Europa, con la quale "l'Italia è impegnata, con convinzione", insieme "alla quasi totalità dei Paesi dell'Unione e insieme a quelli dell'Alleanza atlantica".
A nessuno, ha aggiunto il presidente Mattarella, "piace un'atmosfera in cui la guerra abbia prolungata presenza, anche se non vi si è coinvolti. Come non lo è l'Italia. Pensiamo a come appare questo spettacolo di guerre agli occhi dei nostri giovani, che ritengono Erasmus e Schengen talmente naturali da non ritenerli più una conquista ma una condizione ovvia, dalla Scandinavia a Malta, da Lisbona a Bucarest". Poi Mattarella ha aggiunto la sua personale critica alla corsa agli armamenti, che "spinge a grande tristezza" soprattutto perhé "il mondo getta in armamenti immani risorse finanziarie, che andrebbero, ben più opportunamente, destinate a fini di valore sociale. Ma chi ne ha la responsabilità? Chi difende la propria libertà -e chi l'aiuta a difenderla- o chi aggredisce la libertà altrui?".
L'invito al parlamento e il "saluto" a Joe Biden
Il capo dello Stato è anche intervenuto rivolgendosi indirettamente al parlamento, perché "la lunga attesa della Corte Costituzionale per il suo quindicesimo giudice è un vulnus alla Costituzione compiuto dal Parlamento, proprio l'istituzione che la Costituzione considera al centro della vita della nostra democrazia". Il presidente della Repubblica ha proseguito, spiegando: "Non so come lo si vorrà chiamare: monito, esortazione, suggerimento. Invito ecco, invito, con garbo ma con determinazione, a eleggere subito questo giudice. Ricordo che ogni nomina di giudice della Corte Costituzionale, anche quando se ne devono scegliere diversi contemporaneamente, non fa parte di un gruppo di persone da eleggere, ma - rimarca il Capo dello Stato - consiste, doverosamente, in una scelta individuale, di una singola persona meritevole per cultura giuridica, esperienza, stima e prestigio di assumere quell'ufficio così rilevante". Nel suo intervento ha anche denunciato la situazione delle carceri, attualmente in "condizioni indecorose" per un Paese civile come l'Italia.
L'attualità politica, in riferimento alla situazione degli Usa, ha portato il presidente Mattarella a sottolineare che "l'Italia ha rapporti di tradizionali amicizia e vicinanza con Washington, maturati all'indomani della Seconda Guerra mondiale con il generoso contributo alla ricostruzione offerto con il Piano Marshall e il sostegno alla nostra democrazia, consolidatosi nell'Alleanza Atlantica". Al presidente Biden, che ha scelto di non correre per il secondo mandato alla Casa Bianca, "va il ringraziamento della comunità internazionale per il suo prezioso servizio e la sua leadership".
E in relazione a quello che potrebbe essere il futuro dei rapporti, ha scandito con sicurezza Mattarella, "rimango sorpreso quando si dà notizia o si presume che vi possano essere posizionamenti a seconda di questo o quell'esito elettorale, come se la loro indubbia importanza dovesse condizionare anche le nostre scelte. Nessuno, vorrei presumere, ipotizza di conformare i propri orientamenti a seconda di quanto decidono elettori di altri Paesi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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