«Siete qui perché avete talento, perchè siete visti come futuri leader. Una comunità di familiari, amici, docenti, consulenti e amministratori vuole darvi la migliore opportunità per realizzare quel potenziale. A chi viene dato molto, ci si aspetta molto. Allora, cosa ci si aspetta da te? Ci si aspetta che tu sia leader. Ma come lascerai il segno?». Così Ajay Banga, presidente della World Bank Group ieri mattina all'inaugurazione dell'Anno Accademico della Bocconi. Ora al vertice della Banca Mondiale con la sua «missione di indirizzare i risultati verso il bene, e reclutare ciascuno di voi a essere parte della soluzione», ha ispirato i giovani della Bocconi nel giorno della sua 123ª inaugurazione. «La leadership - dice - non riguarda solo il raggiungimento di risultati, dipende da come li raggiungi». Ci sono quattro caratteristiche «condivise da tutti i buoni leader. La prima è l'urgenza. Raccolgono conoscenze da altri che ne sanno più di loro» con «senso di umiltà, di non sapere tutto». Poi «agiscono con un senso di urgenza. Non avrai mai informazioni perfette, quindi devi sentirti a tuo agio con un'attenta assunzione dei rischi. Fatto, è meglio che perfetto». La seconda è la curiosità, «ma concentrata sulle domande giuste e cercano nuove informazioni che li aiutino a prendere decisioni migliori. Metti in discussione tutto. Sempre». Terzo: «Competitività: ma vogliono anche vedere gli altri avere successo. In cima ti senti solo, se sei solo». E per finire, la semplicità: «Mantengono le cose semplici questa è la cosa più difficile in un mondo sempre più complesso superare il rumore per trovare le cose che contano davvero e portarle in primo piano». Oggi ci troviamo di fronte «a un mondo di complessità senza precedenti: povertà, cambiamento climatico, conflitti e pandemie sono intrecciati. Una tempesta perfetta di sfide che, nel loro insieme, esacerbano le disuguaglianze». Tuttavia, queste sfide «potrebbero non essere le più urgenti. Nel cuore delle economie emergenti del mondo è in atto una rivoluzione silenziosa. Una generazione di 1,2 miliardi di giovani pieni di potenziale, sono pronti a entrare nel mondo del lavoro».
«Mentre il talento è ovunque, le opportunità no», ma «la gravità di questa sfida non può essere sopravvalutata più del potenziale di questa generazione di cambiare il mondo una volta per tutte». Quindi, «quando lascerai la Bocconi, metti in discussione il mondo così com'è, immagina come dovrebbe essere e costruiscilo».
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