Telefono? Sondaggio! Rapallesi stressati, chiamati, richiamati, interrogati. Telefonate incrociate di società che sgomitano per dare i numeri sul sindaco che verrà. Orecchie alla Dumbo e qualche cittadino «sondato» che ogni tanto realizza: «Ma io sono del Gabbiano e non l'ho sentito nell'elenco delle liste citate». Ops. «E che sondaggio è se non contiene tutti gli elementi fra cui poter serenamente scegliere?». Al Gabbiano, «la lista civica, presidente Roberto Tosi, che da 15 anni governa la città e la prima a dichiarare l'appoggio al candidato sindaco del centro destra Mentore Campodonico», la storiella ha fatto rizzare le penne e lanciare l'allarme. L'avvocato Antonella Canessa del Gabbiano ci arriva per premesse indicative: «Prendiamo le spese abnormi che alcuni candidati sostengono per la campagna elettorale. Ci appaiono sproporzionate all'obiettivo di buona amministrazione sbandierato e tali da generare il dubbio di una gestione imprenditoriale che attende un ritorno economico».
Prima stoccata e il riferimento non è puramente casuale. Ma la sostanza dolente restano gli infiniti sondaggi telefonici simil- raccolta delle figurine Panini, «ce lho, ce lho, mi manca quello sulle liste
». Che ci stanno in questa declinata ed esponenziale corsa al voto, ma «crediamo si fabbrichino in maniera strana. Le domande rivolte sulle preferenze di lista non contengono tutte le liste in competizione - fa notare Canessa - e falsano i risultati. Il tutto si va ad aggiungere alla considerazione sulla validità dei sondaggi sconfessati dagli enti indicati come autori degli stessi e mi riferisco all'Università di Genova, ad esempio».
S'inserisce il collega Francesco Errico: «Come può essere attendibile un sondaggio su un campione di 400 persone, che possono tranquillamente coincidere con un condominio?». Poi Errico s'allarga al metodo di questa anomala campagna: (...)
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