Incastrati da un tatuaggio. Due rapinatori seriali, incubo delle banche della capitale e del litorale laziale, sono finiti nella rete tesa dai carabinieri per una «S» che aveva sul collo uno dei due. I due banditi, di 34 e 20 anni, entrambi romani, residenti nel residence Bastogi a Montespaccato-Boccea sono stati raggiunti oggi, da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere notificatagli dai carabinieri della compagnia di Civitavecchia.
Lo scorso 18 ottobre mentre si trovavano a bordo di un'Audi insieme ad altre due persone, non si erano fermati a un posto di blocco dei carabinieri di Pescia Romana mentre si aggiravano nei dintorni di una banca. Durante la corsa, però, i quattro hanno lanciato dal finestrino dell'auto parrucche, taglierini e caschi utilizzati per le rapine a Civitavecchia, che sono stati tutte recuperati dai carabinieri.
Raggiunta l'automobile, i militari hanno identificato i quattro e hanno arrestato tre di loro per resistenza a pubblico ufficiale. Ma a seguito di indagini Gianluca Kocev, 34 anni, e Guerino Bevilacqua, 20 anni, che al collo aveva tatuata l'iniziale del fratello, la lettera «S», sono stati riconosciuti come autori di due rapine a Civitavecchia compiute il 27 settembre e il 10 ottobre.
Gli investigatori hanno scoperto che i due erano l'incubo delle banche: con barbe e parrucche, si presentavano ai cassieri delle banche armati di pistola e taglierino e li costringevano a farsi consegnare consistenti somme di denaro riuscendo poi a fuggire. Sono stati proprio i testimoni dei colpi e gli stessi impiegati a descrivere il modus operandi e soprattutto quel tatuaggio a «S».
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