Erano gli anni 2004-5 quando il Comune annunciò il progetto di riqualificazione del quartiere Ponte Lambro, periferia sud est. Il complesso popolare dello Iacp (oggi Aler), composto da due edifici a sei piani in via Ucelli di Nemi (civici 23-24-25 e 26) sarebbe diventato un polo polifunzionale aperto alla città. I residenti trasferiti in altri alloggi e nel nuovo ampio edificio - progettato dall'archistar Renzo Piano - ci sarebbe stato posto per un centro ricreativo di quartiere, con servizi dedicati agli anziani e ai giovani.
Tutto questo non è mai stato realizzato. Lo stabile progettato con i fondi statali dei contratti di quartiere è stato sì costruito ma solo in parte, rimanendo incompiuto al 40%. La prima gara per deciderne l'assegnazione si svolse mentre l'edificio era occupato da clandestini. Così proprio quello che si voleva evitare grazie al nuovo progetto, degrado e micro criminalità, rientrava dalla finestra. Chi avrebbe investito su un polo mai finito e lasciato allo sbando?
«Ad ogni tornata elettorale la questione Ucelli di Nemi torna in voga, se ne discute in Comune e si aggiungono dettagli al piano originario - riferisce Francesco Rocca, consigliere di FdI in Comune - Agli albori del primo mandato di Sala, la sinistra propose di realizzare una residenza universitaria con 190 posti letti e spazi dedicati al quartiere per attività culturali e ricreative, ci fu una seconda gara che andò anch'essa deserta. Ma l'assurdo è che ancora oggi siamo fermi al punto di partenza, sono anni che i residenti attendono questa svolta».
Quando gli obbiettivi si discostano dalle parole o quando l'amministrazione è sorda alle richieste degli abitanti (delle periferie, va detto) o entrambe, ecco che un edificio firmato da Renzo Piano può piombare nel dimenticatoio e restarci 20 anni. Anche se si trova a pochi chilometri di distanza dall'area che nel 2026 ospiterà l'arena olimpica Santa Giulia.
Lo stabile è stato ripetutamente occupato, i residenti hanno continuamente segnalato furti, sporcizia e andirivieni sospetti. «L'ultimo sgombero risale al gennaio dell'anno scorso - ha precisato Rocca - Poco prima di Natale, insieme alla collega Chiara Valcepina, abbiamo presentato un'interrogazione in Comune per capire a che punto fosse l'assegnazione per completare i lavori e gestirne gli spazi. Ci è stato risposto dall'assessore Pierfrancesco Maran competente sul Piano quartieri che la terza gara, del marzo 2022, è andata nuovamente deserta». Il bando prevedeva il completamento dei lavori per realizzare una residenza universitaria con 190 posti letto e la successiva gestione per i prossimi trent'anni mediante partnerariato pubblico-privato.
Ricapitolando: 3 gare in 20 anni. Significa assai poca pubblicità per rilanciare un polo presentato come simbolo della riqualificazione di Ponte Lambro.
Oggi in consiglio
comunale verrà affrontato l'argomento. «Chiederemo che una commissione se ne occupi» ha anticipato Rocca impegnato anche a recuperare gli immobili comunali sfitti di rilievo storico, dal Monumentale a Primaticcio al Forlanini.
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