Il vero male italiano, quello che sta alimentando, secondo il linguaggio degli specialisti, una crisi endogena dentro la crisi esogena, comune a tutto l'Occidente, è il sentimento della gente di essere vittima di insopportabili ingiustizie. Si piange su tutto. In questo Paese si campa in maniera faticosa, stentata, precaria, mancando la protezione di un'amministrazione provvida che aiuti a vivere. Di contro c'è stata fino a ieri e c'è ancora l'ostentazione di ricchezza dei pochi, forse pochissimi, che sono in grado di esibire goffe mogli, bardate di gioielli e pellicce; di mantenere in fuoriserie la prole rivoluzionaria e oziosa; di intasare di «barche» i porti turistici. Di questo contrasto che peraltro è economicamente irrisorio, perché dalla confisca dei redditi in sovrappiù non si trarrebbe neanche un millesimo di ciò che occorre per incivilire il Paese, origina la rabbia che rende intrattabile la crisi italiana.
Siamo sempre al medesimo punto.
Cesare Zappulli - 1 ottobre 1975
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