Da quando la regina Elisabetta è salita al trono, il 6 febbraio 1952, ha visto molti Primi Ministri andare e venire, formare governi, prendere decisioni più o meno popolari, cadere e rialzarsi. La sovrana non può votare, ma ogni Primo Ministro scelto dai sudditi deve recarsi da lei per vedersi conferire formalmente l’incarico di formare un governo. Una sorta di equilibrio politico tra il potere monarchico e quello costituzionale e parlamentare. La regina Elisabetta, però, non può esprimere pubblicamente opinioni relative ai leader del suo Paese o alla politica e non può riferire conversazioni o particolari riguardanti il legame formale tra lei e i suoi Primi Ministri.
Il sito ufficiale della royal family afferma che la monarca ha “un rapporto speciale” con chiunque arrivi a guidare il Paese. Una dichiarazione diplomatica e assolutamente neutrale. Tuttavia è davvero difficile credere che la sovrana non abbia opinioni personali riguardanti i leader con cui deve lavorare o con cui ha collaborato in passato. Il magazine Express sostiene che Elisabetta II abbia anche un suo Primo ministro preferito. Si tratterebbe di Winston Churchill, il primo capo di governo con cui la regina si trovò a contatto dopo la morte di sua padre. I giornali dicono spesso che Churchill fu “una presenza formidabile per la giovane monarca”, all’epoca ventisettenne. Il nipote del leader dei Tory, Nicholas Soames, ha rivelato in proposito: “Penso che la regina apprezzasse l’esperienza di mio nonno e lui naturalmente le voleva bene. L’amava davvero. Intendo dire che lei faceva nascere in lui tutte le romantiche idee di sovranità e monarchia”.
Lo storico Robert Lacey ha dichiarato in proposito: “Penso che in un certo senso tutti i Primi ministri della regina siano stati innamorati di lei”. Naturalmente dovremmo parlare di un “amore”, di un affetto e di un tipo di rispetto e ammirazione che rasentano la fascinazione per il potere e per ciò che la regina Elisabetta rappresenta. A quanto sembra questo affetto veniva dimostrato apertamente da Churchill. Il Daily Mirror racconta che nel 1955 la regina Elisabetta inviò al leader una lettera scritta a mano per fargli sapere quanto gli mancassero i suoi consigli e la sua presenza da quando si era ritirato dalla vita politica. La monarca mise nero su bianco che nessun altro politico sarebbe mai stato “in grado, per me, di prendere il posto del mio primo Primo Ministro, a cui sia io che mio marito dobbiamo molto e per la cui saggia guida nei primi anni del mio regno io sarò sempre, profondamente grata”.
C’è anche una prova del legame forte che univa la regina Elisabetta a Churchill. Nel 1965, dopo la morte dell’ex leader, la monarca fu la prima ad arrivare al suo funerale. Precedette persino la famiglia dell’uomo, come spiega ancora l'Express. Fu una delle rarissime volte in cui Elisabetta infranse il protocollo. Per tradizione, infatti, la regina è sempre l’ultima ad arrivare in una occasione ufficiale. Sembra anche che il rapporto meno idilliaco sia stato quello tra la monarca e Tony Blair. Quest’ultimo riteneva che la monarchia inglese dovesse modernizzarsi e così anche i rapporti tra la Corona e i Primi Ministri.
Forse la regina Elisabetta ha visto in Churchill una figura che fosse in grado di proteggerla e consigliarla in un momento delicato e in cui, data la giovane età, non aveva ancora grande esperienza di questioni di Stato.
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