Sarà che ha scritto due libricini come «L'Inferno del Genoa» e «Il Purgatorio del Genoa», ma per un attimo, Lorenzo Zito, consigliere provinciale di Forza Italia, da quelle parti avrebbe voluto mandare il suo presidente. Perché Alessandro Repetto, ieri, in consiglio, l'ha detto chiaramente: «Lo stadio Luigi Ferraris va trasferito». E se non in Provincia almeno in delegazione. È lì che il presidente della Provincia vorrebbe trasferire lo stadio Luigi Ferraris. «Non faccio riferimento a alcun progetto in particolare - chiarisce Repetto - ma dopo i disordini di domenica è evidente a chi non lo era prima, che lo stadio in centro città non può stare». Basta poco per catapultare Palazzo Spinola in clima da derby tra maggioranza e opposizione. Lorenzo Zito, consigliere di Forza Italia, attacca: «Si parla di disordini, ma quando ho chiesto precisazioni per un patto per Genova sicura non ho avuto risposte precise dal presidente». Repetto infierisce: «La Provincia si è mossa in anticipo alle altre istituzioni anche per la sicurezza negli stadi. Capisco che per la squadra che Zito sostiene e per cui io simpatizzo, lo stadio a Marassi è una cosa sacra, ma con partite quasi tutti i giorni gli abitanti di Marassi vivono in una situazione insostenibile». Tutto è iniziato proprio da questo: un'espressione di sentimento del consigliere ulivista Massimo Ferrante per solidarizzare nei confronti delle circa 50 mila persone che abitano nei pressi dello stadio. «Chi abita nel quartiere in occasione di ogni partita vede ridotte le proprie libertà personali: divieti di sosta, di circolazione, anziani che non riescono a ricevere le visite e ora la beffa, per persone non certo abbienti, di vedersi danneggiati oggetti personali», ricorda Ferrante. Zito punta il dito «su un quartiere dove tra stadio, mercato ortofrutticolo e carcere si concentrano troppe strutture». Repetto invece, attacca anche le squadre: «Le società dovrebbero prendersi le responsabilità oggettive per quello che succede poiché i nomi dei tifosi coinvolti negli scontri sono sempre gli stessi».
Ma il derby è su tutto.
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