"Le reti neurali ci daranno scoperte incredibili: dagli antibiotici al clima"

Il neuroscienziato spiega quali opportunità l'Ia saprà darci

"Le reti neurali ci daranno scoperte incredibili: dagli antibiotici al clima"
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Il neuroscienziato tedesco Manfred Spitzer, famoso per il bestseller Demenza digitale, è un pioniere dello studio delle reti neurali. Nel nuovo saggio Intelligenza artificiale (Corbaccio, pagg. 330, euro 22), presentato ieri a Pordenonelegge, racconta «Opportunità e rischi di una rivoluzione tecnologica».

Professor Spitzer, perché le reti neurali sono così rivoluzionarie per la tecnologia?

«Le reti neurali sono completamente diverse dai computer: non sono programmate, bensì addestrate e, grazie all'addestramento, generano intuizioni».

Intuizioni?

«L'esempio è l'evento che ha reso celebre l'Ia nel 2016: una macchina, addestrata a giocare a Go, ha inventato mosse più efficaci di quelle del miglior giocatore al mondo e vinto 4 partite su 5. Poi, nel 2017, una nuova versione della macchina, allenata giocando soltanto contro sé stessa, ha vinto cento partite su cento contro la vecchia macchina. Perciò aveva prodotto nuove idee e intuizioni, perché le mosse di Go non possono essere precalcolate».

Qual è l'applicazione più promettente dell'Ia?

«Da medico, sono affascinato dalle possibilità nel mio ambito, alcune delle quali già realizzate: una Ia può acquisire miliardi di ore di training medico e avere, quindi, più esperienza di qualsiasi umano; può già diagnosticare se una lesione della pelle sia benigna o maligna, interpretare immagini ai raggi-X e ricercare nuovi farmaci».

E l'applicazione più utile?

«Per risolvere il problema globale del riscaldamento e del cambiamento climatico servirà l'Ia. Una soluzione può essere piantare milioni di alberi nella zona del Sahel: ebbene, solo un'analisi dell'Ia sulle immagini satellitari ci consentirà di curare i singoli alberi».

L'uso più sorprendente?

«A causa dei batteri resistenti agli antibiotici, entro il 2050 la maggior parte di noi morirà a causa di infezioni banali. La soluzione? Addestrare l'Ia a distinguere gli antibiotici noti da sostanze simili, senza effetti antibatterici, e poi usarla per cercare nuovi antibiotici nei database delle sostanze chimiche».

Funziona?

«Un gruppo lo ha appena sperimentato e, su 107 milioni di sostanze, l'Ia ha individuato 99 nuovi possibili antibiotici, dei quali 20 si sono rivelati efficaci. Restringendo così il campo, la ricerca torna anche a diventare proficua. L'Ia riesce a risolvere problemi che gli umani non riuscirebbero mai a risolvere».

Per esempio?

«Pensi alla scrittura cuneiforme: per leggere le tavolette - circa 600mila - bisogna conoscere 12 lingue, parlate 5000 anni fa, ostiche almeno quanto il greco antico. Ci sono un centinaio di persone al mondo in grado di farlo, ma nessuno può leggere 600mila pagine in caratteri cuneiformi: perciò la maggior parte non è stata tradotta. Fino al 2022, quando gli studiosi hanno applicato l'Ia alle scritture digitalizzate».

E...?

«Un'Ia, ovviamente, può leggere 600mila pagine. E ha scoperto, per esempio, che la sesta tavoletta al Pergamonmuseum di Berlino è la seconda pagina di un testo, la cui prima pagina si trova a Londra e la terza al Cairo. Poi l'Ia è stata usata per decifrare incisioni greche e romane incomplete sui muri, i templi, le colonne. E a volte ha surclassato gli esperti...»

Quanto è brava l'Ia con le previsioni?

«Studi recenti dimostrano che l'Ia, usata su computer relativamente poco potenti, è già in grado di superare le previsioni migliori dei meteorologi che usano i supercomputer più potenti. Il futuro, probabilmente, sarà combinare i metodi tradizionali e le reti neurali. Poi ci sono i terremoti».

L'Ia può prevederli?

«Fino a pochi mesi fa sembrava fantascienza. Ma c'è una ricerca attiva in corso, in cui si addestrano le reti neurali con i dati dei database sismologici storici, per predire terremoti reali».

C'è chi ha paura ad affidarsi all'Ia.

«L'Ia è così potente, che tutte le persone ne saranno influenzate.

Ma chiunque sia un esperto nel suo campo e non utilizzi l'Ia è destinato a essere rimpiazzato da altri esperti, che la usano. Perciò, tutti dovremmo conoscere l'Ia e non averne paura: la conoscenza è un ottimo antidoto all'ansia».

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