da Washington
«La salute di Sua Maestà non fu mai migliore». È la conclusione famosa dellultimo comunicato di Napoleone dalla campagna di Russia. Qualcuno potrebbe esservisi ispirato a conclusione di una spedizione molto meno drammatica eppure non estremamente cordiale: quella di Condoleezza Rice nella capitale russa. La responsabile del Dipartimento di Stato e il capo del Cremlino si sono infatti salutati con uno sfoggio di reciproci eufemismi. «Cè chi mette in giro espressioni come nuova Guerra Fredda - ha detto la Rice - ma io che ho vissuto quel periodo come specialista di relazioni fra i due Paesi penso che il paragone non abbia alcun senso». «Non è un periodo facile - ha ribadito la controparte -: quello che occorre è smorzare la retorica sui tanti argomenti che oggi ci dividono». Non sono toni particolarmente calorosi, ma questo è niente in confronto a quello che i protagonisti dellincontro hanno detto sulla sostanza.
«Gli Stati Uniti non permetteranno alla Russia di bloccare il dispiegamento di un sistema di difesa antimissilistica nellEuropa Orientale. Non penso che qualcuno si aspetti che permetteremo che venga opposto un qualsiasi veto agli interessi della sicurezza americana». Il Cremlino ha dal canto suo «confermato la nostra posizione, di opposizione al progetto di installare in Polonia e nella Repubblica Ceca sistemi militari che considera una minaccia per la sua sicurezza e per quella dellintera regione». Né le controparti hanno omesso di riferirsi agli eventi che hanno portato allattuale tensione. Washington ritiene necessario piazzare sistemi antimissilistici in quella parte del mondo per contrastare eventuali attacchi iraniani. Mosca ha risposto ritirandosi dal trattato che limita le «forze convenzionali» in Europa e ha cessato le sue comunicazioni in proposito con la Nato. In più cè il Kosovo, che vede i russi schierati con i serbi e gli americani decisi a staccare da Belgrado la regione, in cui stazionano truppe Nato, attraverso una dichiarazione di indipendenza. «Abbiamo cercato una soluzione gradita a entrambe le parti - ha concluso il ministro degli Esteri russo Lavrov - ma per ora non ne esistono».
Le premesse, come si vede, sono tuttaltro che bene augurali per il prossimo incontro al vertice fra Bush e Putin a Heilingendamm, in Germania in occasione della riunione annua del G8. Le polemiche si sono ultimamente arroventate, anche in rapporto, riconoscono ambo le parti, con una congiuntura pre-elettorale nei due Paesi: negli Usa sono in pratica già cominciate le «primarie» per lelezione alla Casa Bianca del novembre 2008, in Russia si serrano i tempi per le presidenziali del marzo 2008. Comune è lauspicio che la politica estera non ne soffra, ma scarsa è in entrambi casi la fiducia. Tale stato di crisi difficilmente potrà non riflettersi sulle relazioni fra la Russia e lEuropa, che hanno un appuntamento vicinissimo (domani e domani laltro) a Samara sul Volga. Nuovo combustibile per i contrasti può venire dalle tensioni fra la Russia e lEstonia e per quelle fra Mosca e la Polonia, che coinvolgono anche le transazioni commerciali (per ora non energetiche, ma ad esempio il Cremlino ha deciso un embargo sulle importazioni di carne dalla Polonia). Varsavia è anzi il punto di frizione principale: si appresta a installare i missili antimissile americani e ha posto il veto allavvio di un «negoziato di partnership» fra la Russia e lUnione europea. Di tutti questi temi Putin ha discusso con il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier, nella sua veste «europea» durante il semestre di presidenza tedesca dellUe. Diversi nodi debbono essere affrontati, ma sono in genere di carattere diverso e meno grave delle frizioni fra Washington e Mosca.
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