Ignazio Mormino
Ridurre il peso corporeo (che è un pericolo, non un fatto estetico) significa ridurre tutte le patologie, in primo luogo cardiache, cui vanno incontro coloro che vengono definiti «obesi». Unulteriore conferma arriva dallo studio internazionale Rio-Nord America, appena pubblicato su Jama, il noto periodico dellAmerican Medical Association.
Questo studio multicentrico è stato condotto per due anni su 3.050 pazienti canadesi e statunitensi di età superiore a 18 anni, con pressione arteriosa più alta della media ed alti livelli di colesterolo nel sangue. Questi pazienti (di entrambi i sessi) sono stati trattati con un principio attivo, nome chimico rimonabant, che agisce bloccando in modo selettivo i recettori Cb1 (tra cui le cellule adipose) che sono presenti sia nel sistema nervoso centrale sia nei tessuti periferici. Tali recettori svolgono una funzione molto importante nella regolazione del peso corporeo e sono iperattivi nei pazienti in sovrappeso. I risultati dello studio internazionale Rio-Nord America sono stati così riassunti dal professor Xavier Sunier, della Columbia University, che ha diretto léquipe dei ricercatori americani: «Il trattamento cui abbiamo fatto ricorso ha prodotto una perdita di peso, duratura dal punto di vista clinico, ed ha migliorato le condizioni generali, annullando o dimezzando tutti i fattori di rischio cardiometabolici».
Sono state rese note le percentuali dopo due anni, la perdita di peso corporeo ha raggiunto il 40%, con riduzione del grasso addominale. I trigliceridi sono diminuiti del 9%, specialmente nei pazienti che denunciavano alti livelli di colesterolo cattivo.
Il trattamento è apparso sempre ben tollerato: effetti collaterali comunque inferiori al 10 per cento dei casi quasi sempre a carico dellapparato respiratorio.
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