L'incontro tra il governo e le parti sociali a Palazzo Chigi prende il via. In apertura il monito del premier, Mario Monti. Prima di lasciare il tavolo istituzionale, diretto a Bruxelles, il presidente del Consiglio media con la controparte, facendo presente che la riforma del lavoro non verrà decisa per decreto, ma sottolinea con forza l'urgenza del tema, che non potrà portare a una discussione "in tempi molto lunghi". Il premier fa il punto della situazione e sottolinea la necessità di "buone soluzioni strutturali per il mercato del lavoro", con la speranza che "non si riduca solo all'articolo 18 il messaggio che mandiamo sulla riforma del mercato del lavoro".
Monti ha voluto sottolineare anche il difficile compito che l'Italia deve svolgere in Europa, paragonando il lavoro dell'esecutivo a quello delle "forze produttive", che hanno il mondo dove competere e auspicando per il futuro "che il maggiore spazio" che si sta cercando di creare "aiuti a far sì che quello che verrà fuori" dalla discussione "serva a migliorare la situazione di imprese e lavoratori, ma anche a migliorare la situazione in Europa".
Sull'incontro di oggi arrivano anche le riflessioni del ministro del Lavoro, Elsa Fornero, che tocca tutti i punti salienti del tavolo sulla riforma. Primo fratutti il capitolo ammortizzatori sociali, ritenuto fondamentale, ma riguardo al quale è necessario "considerare anche lo stato dei conti e le poche risorse a disposizione" del governo. "C'è da fare una riforma - commenta la Fornero - ma nel breve periodo, non abbiamo risorse da spendere"
Anche il ministro del Lavoro conferma quanto detto da Monti sulla necessità di procedere con una "legge ad hoc" e in fretta. "Il confronto dovrà concludersi in tre o quattro settimane". La Fornero, nel documento presentato dall'esecutivo, individua cinque linee guida: tipologie contrattuali, formazione apprendistato, flessibilità, ammortizzatori sociali e servizi per il lavoro. Occorrerà pensare, conclude il ministro, a "un contratto che evolva con l’età dei lavoratori piuttosto che contratti nazionali specifici che evolvono per tutte le età". Delle cinque solo quattro saranno oggetto di discussione.
Il governo richiamerà le parti sociali entro una settimana. In questa settimana il ministro Fornero continuerà a lavorare al documento di cui si è discusso oggi e che non è ancora stato consegnato ai partecipanti all'incontro.
Non c'è per ora la volontà, da parte del governo, di parlare di contratto unico. Lo si farà solo al termine della discussione con le parti sociali. Il documento del governo prevederà un utilizzo estremamente limitato della Cassa integrazione. La cassa ordinaria sarà utilizzata solo nei casi in cui sia possibile riprendere il lavoro in breve tempo.
Novità anche nel campo delle nuove assunzioni. La flessibilità costerà più cara e sarà favorita la conversione dei contratti a tempo determinato in indeterminato, attraverso la graduazione degli sgravi contributivi anche in rapporto alla formazione svolta. Secondo il ministro Passera obiettivo del tavolo sarà quello di creare nuovi posti di lavoro e una maggiore crescita, incoraggiando investimenti dall'estero.
Secondo quanto riferito da Emma Marcegaglia, leader di Confindustria, i lavori procederanno ora con l'istituzione di quattro o cinque gruppi di lavoro sui temi principali emersi. Sempre secondo la Marcegaglia, nell'incontro di oggi non si sarebbe discusso delle possibili modifiche all'articolo 18. Punto d'incontro tra Confindustria e i sindacati la valorizzazione del praticantato. Maggiori dubbi sulla reale utilità di diminuire la flessibilità.
Luigi Angeletti, leader della Uil, confermando la disponibilità del suo sindacato a confrontarsi con il governo, ha anche sottolineato la sua convinzione che "un intervento di tipo legislativo non possa risolvere tutto". L'unico modo per uscire dalla crisi, sottolinea ancora, è "creare buoni posti di lavoro".
Raffaele Bonanni, segretario della Cisl, ha dichiarato invece che occorrerà "procedere con molta cautela, per rassicurare il mercato del lavoro". Si è poi detto disponibile "a discutere della revisione degli strumenti ma senza rompere la necessaria coesione sociale". Sui contratti ha poi evidenziato la necessità di "uniformare le aliquote contributive per evitare il dumping". In conclusione, un accenno di critica: "Siamo molto scottati dalla vicenda delle pensioni, dal procedere senza discussione, da quel modo di fare. Il governo non pensi di procedere per colpi di mano".
Susanna Camusso, segretario della Cgil, ha ribadito il concetto, dicendo che i sindacati non accetteranno scelte unilaterali e che la giornata è stata "utile perché sia chiaro al governo che la materia del mercato del lavoro è complessa e va trattata con la giusta attenzione", senza dimenticare "la storia alle spalle". Il segretario si è mostrato anche molti critico sui contenuti resi noti dal ministro Fornero, "non predeterminati" e quindi non materia di discussione.
E ha specificato che i punti da discutere in agenda non saranno più cinque, ma quattro. Riprendendo quanto detto da Bonanni, la Camusso ha poi concluso dicendo che non considera affatto concluso il dibattito sul fronte pensionistico.
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