Riforma del lavoro, Fornero: "Si fa pure senza i sindacati" Cisl: trattiamo fino alla fine

Secondo incontro tra governo e parti sociali sulla riforma del lavoro. Sul tavolo l'articolo 18. Marcegaglia: "Non è un tabù". Passera: "In certi casi ci sono tutele eccessive"

Riforma del lavoro, Fornero: "Si fa pure senza i sindacati" Cisl: trattiamo fino alla fine

"Creare posti di lavoro è l’obiettivo primario del governo". Intervenendo alla trasmissione La telefonata, il ministro dello Sviluppo Corrado Passera ha ribadito i punti cardine di quella riforma del lavoro che è al centro dell'incontro tra il governo e le parti sociali, tutt'ora in corso a Palazzo Chigi. Il premier Mario Monti ha ribadito più volte il fatto che l'articolo 18 rischia di essere seriamente dannoso e creare apartheid. "Il mercato del lavoro è fatto di persone molto garantite e di persone troppo poco garantite, che sono quelle fuori - sottolinea lo stesso Passera - apartheid è proprio il concetto di un mondo diviso in due: chi è fuori è fuori e ha pochissime tutele"

"Con le parti sociali c’è un dialogo in corso, ma il governo sa e farà di tutto per prendere il treno - avverte la Fornero - se lo facciamo insieme siamo contenti altrimenti il governo cercherà comunque di farlo". Quello di oggi a Palazzo Chigi è il secondo confronto dopo la falsa partenza di lunedì scorso. Per il governo erano presenti, oltre a Passera, il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, e il viceministro al Lavoro, Michel Martone. Non era presente, invece, il presidente del Consiglio. Aprendo la riunione con le parti sociali la Fornero, ha auspicato che l’incontro sia "fruttuoso". Secondo Passera, "bisogna quindi lavorare sulla riduzione dell’abuso del precariato, che nel nostro Paese è certamente una realtà". Una prospettiva che trova d'accordo anche gli industriali, ma non i sindacati. Emma Marcegaglia ha, infatti, fatto sapere che laConfindustria condivide "completamente l’obiettivo di una maggiore occupazione e di un aumento dei salari". D'altra parte anche sull'articolo 18, la leader degli industriali ha precisato che "non deve essere un tabù". Per i sindacati, invece, il tema resta un tabù. Il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni ha fatto sapere che le parti sociali tratteranno fino alla fine: "Non daremo esca a nessun estremista, che aizza allo scontro. Ma il governo deve attenersi allo stesso criterio". Fa eco la leader della Cgil Susanna Camusso: "Ogni tanto Confindustria si fa prendere un po' la mano sull’idea che si possano avere delle scorciatoie sui licenziamenti". Più in generale la Camusso ha spiegato che sul tema dello sviluppo e della crescita il sindacato continua a "vedere un titolo a cui non segue nessuna intenzione concreta". "Sull’equità non siamo andati benissimo, sulla crescita continuiamo a fare annunci senza nessuna risposta - ha spiegato la leader della Cgil  - non si può ragionare solo sugli strumenti del mercato del lavoro, può aiutare, ma non serve a creare più posti di lavoro".

L'articolo 18 non è l’unico tema sul tavolo: la possibile abolizione della cassa integrazione potrebbe essere trattata con una riforma degli ammortizzatori sociali. E' stata la stessa Fornero a parlarne: "Vogliamo distinguere tra flessibilità buona e cattiva, in entrata e in uscita e rrealizzare un’uniforme distribuzione delle tutele sia nei segmenti del lavoro sia nel ciclo di vita della persona". L’obiettivo complessivo dell'esecutivo resta, comunque, quello di "rafforzare la posizione dei lavoratori". Per il governo, infatti, non si può parlare di flessibilità in uscita senza parlare di ammortizzatori sociali, retaggio di abitudini chiaramente sbagliate: "Con la cassa integrazione ordinaria, straordinaria, in deroga, si finisce certe volte per tenere in vita situazioni che non avrebbero giustificazione".

L’Italia ha queste forme di assistenza e poi ha invece un’insufficiente garanzia in termini di sussidi di disoccupazione, di politiche attive per creare occasioni di lavoro. Per quanto riguarda la riforma delle pensioni, invece, la Fornero ha fatto sapere che non verrà toccata: "Non voglio essere arrogante, ma ha determinato la riduzione dello spread".

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