Riforme per gli investimenti stranieri: quante e quali occasioni perdute

Al ministero degli Esteri l'incontro sugli strumenti internazionali per uniformare i sistemi in campo commerciale, in base alle direttive della Commissione Uncitral delle Nazioni Unite

Riforme per gli investimenti stranieri: quante e quali occasioni perdute

Le riforme che l'Italia sta avviando possono attirare investimenti stranieri? Le fa secondo le direttive internazionali dell'Onu? É la domanda sulla quale si confrontano i giuristi che partecipano ad un convegno organizzato alla Farnesina dalla Cabina di Regia della Presidenza del Consiglio e dal Ministero degli Esteri.
L'Italia punta ad un'inversione del trend economico, aprendo ai mercati e agli investitori esteri.
Pubblicazioni e statistiche della Banca Mondiale sottolineano le potenzialità di sviluppo che potrebbero avere i processi di riforma e armonizzazione della normativa commerciale.
Così, l'Italia raccoglie la sfida e punta alla semplificazione dei rapporti tra le nazioni e alla creazione di condizioni più favorevoli per l'accesso ed il radicamento di nuovi operatori nel mercato interno.
L'opportunità da cogliere è rappresentata dagli indirizzi di policy making elaborati dalla Commissione permanente delle Nazioni Unite sul Diritto Commerciale Internazionale, Uncitral.
Di tutto questo si parla nell'incontro dal titolo: «Gli strumenti internazionali di uniformazione in campo commerciale: un'opportunita' per la modernizzazione e l'apertura agli investimenti del sistema italiano», che si tiene nella Sala Onofri della Farnesina.
Alla Banca Mondiale, al Fondo Monetario Internazionale di concerto con l'Uncitral, va riconosciuto un ruolo guida nell'operazione per rendere più efficiente la normativa in materia finanziaria e commerciale dei vari Paesi aderenti alle Nazioni Unite.
L'adeguamento della legislazione italiana a questi benchmark viene valutato in particolare dalla Banca Mondiale e da altri istituti o agenzie di rating.
Le classifiche relegano l'Italia nella loro parte bassa, cioè tra gli investitori internazionali che hanno molte opzioni più favorevoli ed attraenti, prima di scegliere l'Italia.
La giornata di lavoro organizzata dalla Cabina di Regia di Palazzo Chigi e dal Ministero degli Esteri, ha come scopo la riflessione sugli indicatori di efficienza normativa, la loro ricaduta nella realtà legislativa, le modifiche da apportare, che cosa effettivamente possiamo realizzare, con quali costi e quali vantaggi.
In particolare, si tratta di esaminare i contenuti e le ricadute delle guide legislative e dei modelli di legge che l'Uncitral produce sulla legislazione italiana.


« Si tratta di indirizzi che costituiscono dei veri bench marks - spiega l'avvocato Lucio Ghia, che da oltre 10 anni fa parte della Delegazione Italiana presso l'Uncitral- per misurare, anche secondo gli indicatori adottati dal Doing Business della Banca Mondiale l'efficienza normativa dei singoli Paesi. Purtroppo, l'Italia registra posizioni non brillanti, anche a causa della scarsa sensibilità della nostra legislazione ai modelli indicati dalla Commissione delle Nazioni Unite».

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