Metro-Goldwyn-Mayer, lo studio a cui fanno capo James Bond e Rocky, esce dalla bancarotta e annuncia di essere in grado di riprendere la produzione di film, anche grazie ai 500 milioni di dollari raccolti. «Mgm esce da uno dei periodi più difficili della sua storia. Siamo onorati e ispirati dalla possibilità che ci viene offerta di guidare uno degli studios hollywoodiani più famosi verso una nuova generazione di film, la produzione e la distribuzione televisiva e lo sviluppo di nuove piattaforme», affermano in una nota Gary Barber e Roger Birnbaum, i manager di Spyglass che sono i nuovi co-presidenti e amministratori delegati di Mgm. «La società è ora piu forte e più competitiva, con basi finanziarie solide e un avvenire radioso», aggiungono. La ristrutturazione spiana la strada alla produzione di un nuovo episodio della serie James Bond e a due film basati su «The Hobbit» di J.R.R. Tolkien. Il piano di ristrutturazione di Mgm, approvato dal tribunale per la bancarotta di New York, prevede la conversione da parte dei creditori di Mgm di cinque miliardi di dollari di debito nella maggioranza del capitale dello studios.
Nata nel 1924 dalla fusione della Metro Pictures Corporation con la Goldwyn Pictures Corporation e la Louis B. Mayer Pictures, la Mgm diviene rapidamente il più importante studio hollywoodiano, anche in virtù delle consistenti risorse economiche derivanti dalle compartecipazioni bancarie e dalla infinita catena di cinema affiliati. Il primo film da essa prodotto è «L'uomo che prende gli schiaffi» (He Who Gets Slapped).
Sotto la guida del brillante produttore Irving Thalberg - si legge sull'enciclopedia on line Wikipedia - vengono prodotti capolavori del calibro di «Rapacità» (Greed, 1924) di Erich von Stroheim, «Ben Hur» (1926) di Fred Niblo, e «L'ammutinamento del Bounty» (Mutiny on the Bounty, 1935), vincitore quest'ultimo del premio Oscar come miglior film. Sarà lui a reclutare i migliori artisti in circolazione e a realizzare i migliori prodotti della Mgm. Nel 1928 con l'invenzione del sonoro Leo the Lion, la mascotte della compagnia, ebbe per la prima volta un ruggito sonoro. Con l'avvento del sonoro con la MGM firmano attori come Clark Gable, la divina Greta Garbo, Jean Harlow, Spencer Tracy, Joan Crawford, James Stewart e Judy Garland, e registi del calibro di Vincente Minnelli, George Cukor, King Vidor e W.S. Van Dyke. Negli anni tra la morte di Thalberg e la Seconda guerra mondiale, la Mgm trionfa ai botteghini con film come il kolossal da Oscar «Via col vento» (Gone With the Wind) e il musical «Il mago di Oz» (The Wizard of Oz), entrambi diretti nel 1939 da Victor Fleming, ma anche alcune serie di successo come quella de «L'uomo ombra», con William Powell & Myrna Loy, e quella dedicata a «Tarzan». A partire dagli anni 1940 sono iniziate per la prima volta le popolari storie a cartoni animati di Tom & Jerry.
Con lo scoppio del conflitto il famigerato boss dello studio Louis B. Mayer ordina la produzione di una serie di film propagandistici, come «La signora Miniver» (Mrs. Miniver, 1942). Dopo un periodo di relativa crisi dovuto alla dismissione forzata del circuito delle sale, a cavallo tra gli anni '40 e cinquanta la MGM produce, grazie alla supervisione del musicista e produttore Arthur Freed, una serie di splendidi musical, avvalendosi di grandi musiche (come Irving Berlin e George Gershwin) e dell'uso del technicolor. È il periodo della coppia Gene Kelly & Stanley Donen («Cantando sotto la pioggia», 1952) e del mitico Fred Astaire («Ti amavo senza saperlo», 1948; «Spettacolo di varietà», 1953).
Negli anni cinquanta lo Studio realizza film di qualsiasi genere, oltre al musical: si va infatti dal dramma «Il bruto e la bella» (The Bad and the Beautiful, 1952) di Vincente Minnelli, al kolossal, «Ben-Hur» (Ben Hur, 1959) di William Wyler, che stabilisce un nuovo record con 11 premi Oscar vinti.
Negli anni sessanta comincia una crisi economica che attraversa numerosi cambi di proprietà, nonostante riesca a produrre ancora film di grande livello. Nel 1962 il mondo saluta il primo Agente 007, con Sean Connery, seguito da 2001: «Odissea nello spazio» (1968), «Rocky» (1976), «Thelma & Louise» (1991) e «La maschera di ferro» (1998).
All'inizio degli anni ottanta il rilevamento da parte della MGM della United Artists si rivelerà fallimentare.
Nei primi anni novanta una cordata di imprenditori italiani, rappresentati dai finanzieri Giancarlo Parretti e Florio Fiorini, acquisì la società, avvalendosi dell'appoggio della banca francese Crédit Lyonnais. L'anno successivo Parretti dichiarò fallimento cedendo l'azienda al gruppo transalpino Chargeurs.
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