Ripulire gli scarabocchi costa 12,2 milioni Sulla linea 3 da riverniciare un treno su 2

Non sono un’opera d’arte, ma gli scarabocchi dei graffitari costano di più di un capolavoro di Picasso. Solo per ripulirli il Comune spende 12,2 milioni di euro l’anno. Una cifra che include gli 8,2 milioni di Amsa e i 4 milioni di Atm. L’Azienda milanese dei servizi ambientali tra il 2006 e il 2008 ha investito 24 milioni e 719.110 euro per pulire per la prima volta 25mila stabili, per un’area pari a 2 milioni e 764.345 metri quadrati, e per imbiancare nuovamente altre 1.316 case (12.516 mq). Meno rilevante la spesa nei primi cinque mesi del 2009, quando è stata pari a 1 milione e 145.615 euro. Anche se in questo caso si tratta di una scelta precisa: attendere l’entrata in vigore del decreto sicurezza che introduce pene più severe per i graffitari, fino a sei mesi di carcere e mille euro di multa. Nei quattro milioni spesi da Atm è inclusa invece la riverniciatura del 50% dei convogli della metropolitana 3 (circa una cinquantina) presi di mira da disegni e scarabocchi. Per non parlare dei depositi dei vagoni, dove in sole due settimane sono stati respinti 40 attacchi di writer e consegnati alla Polizia di Stato cinque imbrattatori.
Solo venerdì il Comune ha citato in giudizio un minorenne che lo scorso 24 giugno aveva imbrattato il muro di un centro ricreativo di Porta Romana con scritte offensive che prendevano di mira un’insegnante. Il writer 17enne era stato colto in flagrante dal Nucleo decoro urbano della Polizia locale grazie a una segnalazione dei volontari dell’Associazione poliziotti italiani. I vigili avevano multato il ragazzo con una sanzione da 450 euro. In un anno e mezzo sono stati 51 i writer denunciati, di cui sette sono già finiti davanti al giudice. Il caso più eclatante è stato quello dei due graffitari di 23 e 29 anni, accusati di avere imbrattato con bombolette spray il muro di una scuola in via Baravalle. E che per «riparare» il danno compiuto hanno ripulito le scritte ripresi dalle telecamere. In attesa di giudizio anche un writer italiano di 20 anni, accusato di avere sporcato un muro laterale del Duomo il 21 ottobre scorso. In due casi il Comune è stato ammesso come parte civile anche se l’imbrattamento ha riguardato edifici privati. Come osserva Fabrizio De Pasquale, presidente della commissione Decoro urbano del Comune e presidente dell’Associazione nazionale anti-graffiti, «per sconfiggere gli atti vandalici dei writer occorre un’azione costante di ripulitura, che mi auguro riparta al più presto, ma anche un impegno massiccio sul fronte repressivo.

I graffitari a Milano sono poche centinaia di teste calde, con punti di ritrovo fissi. Ben vengano dunque le azioni delle forze dell’ordine, ma spero che ora anche i magistrati facciano la loro parte e non prevalga il solito buonismo».

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