Il riscaldamento globale avanza, ghiacci dei poli arrivati al minimo storico

I poli si restringono e perdono grandi quantità di ghiaccio: dalle ultime rilevazioni satellitari dell'Istituto di Fisica ambientale di Brema arriva la conferma. Toccato il minimo storico da quando vengono misurati con l'ausilio dei satelliti (1972). Lo scorso 8 settembre coprivano non più di 4,24 milioni di km quadrati

I poli si stanno restringendo. E la politica qui non c'entra. La dissoluzione di vaste zone artiche finora coperte da ghiacciai «eterni» (almeno così si riteneva) è il sintomo evidente di un riscaldamento globale che non mancherà, nei decenni futuri, di provocare cambiamenti climatici di cui abbiamo visto e vedremo probabilmente soltanto delle avvisaglie. Ma le generazioni future di sicuro si troveranno davanti un mondo diverso.
La realtà, al di là di tutte le speculazioni di coloro che si coprono gli occhi per non vedere, è che i ghiacci artici sono al minimo storico da quando sono disponibili le osservazioni satellitari, cioé dal 1972. L'otto settembre scorso non coprivano più di 4,24 milioni di chilometri quadrati, secondo i dati diffusi dall'Istituto di fisica ambientale dell'Università tedesca di Brema. Si tratta di un «minimo storico», pari circa allo 0,5 per cento in meno rispetto al precedente record negativo del settembre 2007, ha sottolineato il responsabile del gruppo di ricercatori, Georg Heygster.
Secondo il centro americano di osservazione della neve e dei ghiacci (Nsidc), il record precedente era di 4,1 milioni di chilometri quadrati. Una differenza di cifre attribuibile ai modelli di calcolo leggermente differenti. «Ma i risultati sono coerenti in entrambi i casi», ha precisato Heygster secondo il quale nei prossimi giorni il centro americano arriverà alle stesse conclusioni.


Secondo lo scienziato tedesco, inoltre, «il ritiro dei ghiacci al Polo Nord non può più essere spiegato con la variabilità naturale annuale». «I modelli climatici - ha spiegato Heygster - mostrano piuttosto che questa riduzione è causata dal riscaldamento globale».

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