Alla riscoperta dei «Segreti di Milano»

La Milano degli anni Ottanta è come una canzone degli Spandau Ballet. Non ricordiamo più com’era veramente, ma bastano poche note per farla riaffiorare alla memoria. Ed è proprio a questo periodo che è dedicato lo spettacolo I segreti di Milano. Diario anni ’80, in scena al Teatro Filodrammatici da domani con la regìa di Paola Rota.
Viaggio in un decennio della nostra storia attraverso le chiacchiere degli avventori del bar di Bice, cinque personaggi e due ballerini, accompagnati dalla musica disco rigorosamente di quel periodo. «Gli anni ’80 sono stati un periodo di involuzione - osserva Emilio Russo, direttore del teatro e autore della drammaturgia -. A me resta l’immagine di un grande ballo collettivo, di una musica che non si ascoltava, ma ti entrava nel cervello, di una sospensione della voglia di crescere».
Mentre per la regista Rota, «il bar riflette quello che stava avvenendo fuori, nella città, cogliendo gli effetti del cinismo nei rapporti e della paura di comunicare. Gli avventori sono disperati, perché capitati nel bar per sbaglio e costretti a rimanervi da una grande nevicata, quella del gennaio dell’85. Nessuno di loro si rivolge agli altri, ma parla tra sé e sé come interpellando un personaggio assente».


Particolare è la scelta della scenografia, curata da Nicolas Bovey. «Il bar di Bice è vecchio, vissuto e pieno di macchie di umidità - rivela la regista -. Un bar-tabacchi degradato e triste, come se ne vedono tanti nelle nostre periferie».

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