Milano, roghi e rabbia contro la polizia: scoppia la rivolta. Cosa è successo

Rivolta e guerriglia urbana nella banlieue del Corvetto. Roghi in strada, barricate e petardi sulle forze dell'ordine dopo l'incidente del 19enne durante un inseguimento

Milano, roghi e rabbia contro la polizia: scoppia la rivolta. Cosa è successo
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Corvetto in fiamme per Ramy Elgaml. Da quando, nella notte tra sabato e domenica, il 19enne egiziano è morto in un incidente in moto mentre fuggiva inseguito dai carabinieri la tensione nel suo quartiere ha continuato a salire. E non è escluso che si acuisca nelle prossime ore. Disordini e rivolte improvvisate si sono ripetuti fino alla notte di domenica.

Il culmine appunto all'una di ieri all'angolo tra fra via dei Cinquecento e via dei Panigarola, poco lontano da dove il giovane abitava, così come il 22enne che guidava (senza patente) lo scooter che si è schiantato causando la tragedia. Gli amici di Ramy, circa 30 ragazzi, si sono ritrovati in strada e hanno sfogato la propria rabbia dando fuoco a mucchi di spazzatura e ad alcune masserizie. Poi i manifestanti hanno fatto barricate con i cassonetti, hanno acceso fumogeni e hanno lanciato bottiglie e petardi contro la polizia intervenuta per sedare i disordini. I lanci hanno preso di mira anche i vigili del fuoco, per impedirgli di avvicinarsi e spegnere gli incendi. Oltre che le case vicine e una casa di riposo della zona. La guerriglia urbana è andata avanti a lungo, tuttavia non ci sono stati scontri tra chi è sceso in piazza e le forze dell'ordine.

Le scene da banlieu erano cominciate subito dopo l'incidente. Già alle 5 di quella notte alcuni giovani si sono riuniti prima sul luogo della morte dell'amico, tra via Ripamonti e via Quaranta, e poi si sono trasferiti al pronto soccorso del Policlinico dove era stato portato Elgaml in condizioni disperate. La situazione è presto degenerata ed è stato necessario l'intervento delle forze dell'ordine. Nel pomeriggio di domenica, intorno alle 18, circa 200 persone hanno cominciato un corteo di protesta non autorizzato intorno a uno striscione con la scritta «Verità per Ramy». Gli amici del 19enne sostengono che non sia morto per aver sbattuto la testa contro un muretto dopo essere stato sbalzato dallo scooter, di cui l'amico aveva perso il controllo. Bensì sia stato speronato dalla pattuglia dei carabinieri che lo inseguiva. Su questo aspetto, non ancora del tutto chiarito, sono in corso indagini della polizia locale e degli stessi carabinieri. È stata inoltre disposta l'autopsia sul corpo della vittima. Durante il corteo un egiziano 30enne residente nel quartiere, incensurato, è rimasto bloccato nel traffico con la propria Mercedes a causa della manifestazione. Ha cercato di passare comunque e ha investito quattro giovani, due dei quali sono rimasti feriti in modo serio. Un 14enne italiano ha riportato una frattura scomposta del bacino e del femore e una 11enne italiana ha riportato una possibile frattura al bacino. Il 30enne è fuggito scontrandosi con altre auto e poi a piedi. La sua macchina è stata vandalizzata dai manifestanti, mentre lui è stato arrestato dalla polizia per lesioni aggravate e omissione di soccorso.

Anche la donna che era con lui, una 55enne connazionale, è indagata per omissione di soccorso. Sono entrambi finiti in ospedale.

Elgaml e l'amico (che hanno precedenti) erano scappati per chilometri, dopo aver ignorato un posto di blocco in via Farini.

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