Alla fine parlerà l'opera. Forse. Dopo le polemiche, lo scorso aprile, per il mancato monologo di un minuto e mezzo dello scrittore Antonio Scurati nel programma di Rai3 Che sarà condotto da Serena Bortone, ecco le quasi sette ore della serie tv Sky Original M. - Il figlio del secolo dal suo omonimo romanzo Premio Strega (Bompiani) che, in otto episodi, racconta l'ascesa al potere di Benito Mussolini. La serie, attesissima, arriverà nel 2025 in esclusiva su Sky e in streaming su Now ma ecco la notizia! verrà presentata in anteprima mondiale, fuori concorso, all'81esima edizione della Mostra internazionale d'arte cinematografica, dal 28 agosto al 7 settembre al Lido di Venezia. E non sarà l'unica. E non sarà uno specchietto per le allodole. Nel senso che il direttore Alberto Barbera è riuscito ad ottenere ben sei serie da programmare nella loro interezza e non con i «classici» uno o due episodi come era capitato in passato anche negli altri festival internazionali.
Ora, se si ha il tempo, c'è modo di dare un giudizio critico completo su questi veri e propri film lunghi Barbera dixit per il loro «approccio stilistico e formale con una grande impronta cinematografica». Parliamo ovviamente della stessa M. - Il figlio del secolo che è diretta dal britannico Joe Wright, autore tra l'altro di L'ora più buia su Churchill, ma anche di Disclaimer, sette capitoli diretti dal premio Oscar messicano Alfonso Cuarón con Cate Blanchett, di Los años nuevos, dieci episodi del geniale regista spagnolo Rodrigo Sorogoyen (autore del capolavoro As Bestas e di una bella serie muscolosa e poliziesca, Antidisturbios), che segue, per dieci anni, Ana (Iria del Rio) e Óscar (Francesco Carrill), la cui relazione è nata a Capodanno proprio nel giorno del loro trentesimo compleanno. C'è poi il kolossal western Horizon: An American Saga - Capitolo 2 di e con Kevin Costner, ma ci sono anche Sienna Miller, Sam Worthington, Jena Malone e Danny Huston, che verrà presentato, sabato 7 settembre, insieme al Capitolo 1, già uscito nelle sale, per un coinvolgente viaggio nella cronaca della Guerra civile e della colonizzazione dell'Ovest americano. Families Like Ours è invece una serie catastrofica dai risvolti etici e politici molto contemporanei con i sette episodi diretti da Thomas Vinterberg in cui si immagina che il governo danese debba evacuare tutto il paese per un'eccezionale alluvione. I ricchi possono scegliere, pagando, il paese dove andare a vivere, mentre i poveri andranno in luoghi più difficili. Così la giovane liceale Laura (Amaryllis April August) deve decidere se seguire il padre (Nikolaj Lie Kaas) a Parigi, insieme al fidanzato Elias (Albert Rudbeck Lindhardt), oppure la madre (Paprika Steen), che si trasferisce in Romania attraverso il programma di evacuazione pubblico.
Discorso a parte, in quanto miniserie, per Leopardi. Il poeta dell'infinito di Sergio Rubini con Leonardo Maltese, Cristiano Caccamo, Giusy Buscemi e Valentina Cervi, prodotto anche da Rai Fiction, che andrà su Rai 1 in due parti il 16 e il 17 dicembre e che racconta la vita del poeta a ritroso, dalla sua morte a Napoli nel 1837, con l'amico Antonio Ranieri che ripercorre la vita intera di Leopardi: dall'infanzia alla fuga dall'opprimente ambiente familiare, dalle prime amicizie fuori dal borgo antico fino all'amore non ricambiato per la bellissima Fanny Targioni Tozzetti.
Un sestetto di opere niente male che rischia di mettere in secondo piano gli stessi film della Mostra per via anche della presenza di grandi star internazionali e nazionali come Luca Marinelli che sembra (quasi) divertirsi a impersonare il Duce in M. - Il figlio del secolo, prodotto principalmente da Sky Studios e da Lorenzo Mieli per The Apartment, con la sceneggiatura di Stefano Bises e Davide Serino, proprio come appare nel trailer uscito pochi giorni fa e che svela uno dei trucchi principali della serie, con il protagonista che sfonda la quarta parete e guarda in faccia lo spettatore: «Mi chiamo Mussolini Benito Amilcare Andrea e il mio tempo è arrivato. Ci vedete come pagliacci, bugiardi, buffoni, scandalosi può darsi ma è irrilevante, noi siamo il nuovo». La serie ripercorre la storia dalla fondazione dei Fasci Italiani nel 1919 e il privato di Mussolini con la moglie Rachele (Benedetta Cimatti) e con l'amante Margherita Sarfatti (Barbara Chichiarelli), fino al discorso in Parlamento dopo l'omicidio di Matteotti (Gaetano Bruno) nel 1925. Esattamente 100 anni dopo (quando andrà in tv), Luca Marinelli parla direttamente alla platea: «La democrazia è bellissima, ti dà un sacco di libertà, anche quella di distruggerla». Il tono, tra il dissacrante e il grottesco, con una musica coinvolgente in crescendo, è servito, mentre nei crediti finali appaiono a sorpresa, come produttori esecutivi, anche due grandi registi, Paolo Sorrentino e Pablo Larraín.
L'altra grande star di queste serie, Cate Blanchett, nel thriller Disclaimer di Alfonso Cuarón (Leone d'oro alla Mostra del Cinema con Roma del 2018), interpreta invece una giornalista d'inchiesta che riceve un romanzo da un autore sconosciuto (Kevin Kline) con la classica avvertenza iniziale ribaltata (il disclaimer del titolo)
«qualsiasi somiglianza con persone vive o morte non è una coincidenza» rendendosi subito conto di essere lei la protagonista di una storia che mette a nudo i suoi segreti più oscuri. Il seguito dall'11 ottobre su Apple TV...
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