Saranno conservati tutti al Museo di Roma in Trastevere ed esposti a rotazione gli acquerelli di Ettore Roesler Franz (1845-1907) noti come «Roma Sparita». La serie, intitolata dallartista «Roma pittoresca. Memoria di unera che passa», dopo alterne vicende era finita in parte al Museo di Roma di Palazzo Braschi, che ospita la cultura alta, quella delle grandi famiglie romane e in parte nel Museo di piazza SantEgidio, nato per accogliere le rappresentazioni artistiche della cultura popolare dellOttocento. Un ambiente ideale, lex convento seicentesco delle carmelitane scalze nel cuore di Trastevere con le sue scenografie popolari a grandezza naturale che rappresentano scrivani, osterie, saltarelli, carri a vino. Quegli stessi luoghi, cose e persone che animano strade, vicoli, interni, scorci lungo il fiume dipinti da Roesler Franz per ventanni, dal 1876 al 1895. Una Roma che stava letteralmente cambiando pelle per rispondere alle nuove esigenze di capitale del regno unitario in cui nascevano ministeri e nuovi quartieri e dopo lennesima piena del Tevere nel 1870 si decideva di costruire i muraglioni che avrebbero definitivamente allontanato la città dal suo fiume.
Un reportage di altissimo livello artistico, ma anche storico e documentario sulla città e le attività dei suoi abitanti quello di Roesler Franz, di cui si rese conto il sindaco di allora Leopoldo Torlonia, che acquistò per Roma la prima serie di 40 acquerelli per 18mila lire, esposti a Palazzo delle Esposizioni nel 1883 in occasione dellinaugurazione. Le altre due serie, 40 acquerelli ciascuna, costo 35mila lire, entrarono nelle collezioni comunali solo dopo la morte dellartista e furono presentati al pubblico romano a Castel SantAngelo nel 1911 per lEsposizione Internazionale di Roma.
Fino al 7 settembre al Museo di SantEgidio sono in mostra 102 acquerelli dei 119 che compongono la raccolta (erano 120, ma uno andò perduto in una mostra a Colonia in Germania nel 1996). In pratica non sono visibili solo quelli ossidati dalla luce o troppo fragili. Una ventina che si aggiungono alla ricca selezione di 79 pezzi della mostra organizzata fra dicembre e marzo scorsi in occasione del centenario per la scomparsa di Roesler Franz, in modo da offrire un quadro completo dellartista. «È una miniera doro per la rappresentazione della vita popolare romana», precisa Donatella Occhiuzzi responsabile della collezione permanente del Museo. Tanti i mestieri scomparsi, in particolare quelli legati alla vita sul fiume di molinari, barcaroli, renaroli, tante le tecniche di lavoro dimenticate. Come la pesca con i «giornelli», specie di reti a cucchiaio, i mulini lungo il fiume, il modo di stendere i panni con il «laccio» per non farli rubare. Distrutti il porto di Ripa Grande a cui arrivavano le merci dal mare e quello di Ripetta a cui giungevano dallUmbria, distrutta la casa dellamico di Raffaello, Bindo Altoviti, e gli avanzi della torre dei Pierleoni su cui compare sbiadita la scritta «Fabbrica di vetri e cristalli». Fra le eccezioni è in piedi comera la Torre della scimmia in via dei Portoghesi.
In grado di padroneggiare in modo eccelso la difficile tecnica dellacquerello, sensibile agli insegnamenti dei grandi paesaggisti del passato, Roesler Franz non fu solo il cantore di Roma sparita, ma un artista a pieno titolo, molto apprezzato allestero e in particolare Inghilterra dove si riforniva delloccorrente per dipingere.
Museo di Roma in Trastevere, piazza S. Egidio 1b. Martedì-domenica 10-20. Fino al 7 settembre. Info tel. 060608 e www.zetema.it
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.