Roghi: tante denunce, poche condanne

I forestali in cinque anni hanno denunciato 2.142 persone, ma di queste solo il 45% è stato punito e spesso con pene lievi. Due anni all’incendiario di Trapani

Impuniti. Sicuri di farla franca dopo aver appiccato il fuoco a migliaia di ettari. Dopo aver fatto strage di uomini e animali. I conti della guerra ai delinquenti, armati di taniche di benzina e accendini, sono sconfortanti. Pensate che dal 2000 al 2005 il Corpo Forestale dello Stato ha denunciato 2142 persone per il reato di incendio boschivo ma di queste solo il 45 per cento sono state condannate. Il restante 55 per cento è tornato a casa. Con l'assoluzione o l'archiviazione del caso. Libero di tornare a incendiare e a uccidere. In quest'estate da Apocalisse gli uomini della Forestale( che dal 2000 ha istituto il Niab, Nucleo investigativo antincendio boschivo, coordinato dal vicequestore Giuseppe Vadalà), stanno affrontando una lotta impari contro i piromani. Ne hanno arrestati otto e di questi cinque sono ancora in carcere, ma nei confronti di altri 243, l’unico provvedimento è stata la denuncia a piede libero. Perché se il reato di incendio boschivo, articolo 423 bis del Codice penale prevede una pena fino a quindici anni? Che in caso di procurata strage, come quest’estate tristemente ci racconta, potrebbe e dovrebbe arrivare a sentenze pesantissime. Così, impantanati nel solito senso di impotenza non si può far altro che ricordare l' evoluzione che, vicenda di Patti a parte, hanno avuto alcuni dei casi più significativi. A cominciare dall’ex operaio della Forestale, Antonio Stabile, 60 anni arrestato giovedì mentre incendiava un bosco, condannato ieri a due anni, tornato a casa coi domiciliari.Per continuare col pastore di Fondi, Giuseppe Di Girolamo, fermato dalla Forestale con decine di inneschi pronti, scarcerato perché non considerato dal giudice in flagranza di reato e poi tornato in carcere col suo amico Attilio Minchella, in seguito ad una sollevazione popolare. Era il 31 Luglio,e un altro pastore di Fondi, Giovanni Masella di 38 anni, veniva arrestato mentre appiccava il fuoco a dei terreni: per il Gip Claudia Dentato deve restare in carcere. Poi c'è chi come G.F è stato incastrato dalla Forestale grazie al Dna rilevato sui mozziconi di sigaretta nei boschi di Latina e che a Marzo ha patteggiato una condanna a 3 anni e 8 mesi. C’è la consolazione che in carcere rimane il rumeno di 53 anni V.G. sorpreso il 21 Agosto ad appiccare un incendio a Prima Porta, a Roma. Ma tra i piromani ci sono anche i recidivi graziati. Come G.M un pastore di 38 anni arrestato dalla Forestale a Itri. La sua passione per le fiamme era nota ma l’indulto gli ha spalancato le porte della cella. Storia simile quella del 6 Agosto: il Tribunale di Paola ha condannato un uomo di 63 anni di Belmonte a 1 anno di carcere. Peccato che l'uomo, già nel Marzo del 2004, era stato denunciato. Se dalla Forestale si passa a Carabinieri, la musica non cambia. Tre giorni fa a Carpino, colto in flagrante mentre appiccava il fuoco nel Parco del Gargano,un ragazzo di 17 anni aveva risposto: «Volevo provare anch'io questa emozione». Il gip del tribunale per i minorenni di Bari ieri ha convalidato l'arresto e lo ha affidato a una comunità di recupero con l'obbligo di frequentare un corso sulle tecniche di rimboschimento. Il minorenne è uno dei 5 piromani arrestati dai carabinieri dal 31 luglio ad oggi (sono 60 i denunciati) in Puglia, dove solo nella zona di Peschici si contano 800 milioni di danni.

Altri due piromani, bloccati giovedì a San Vito dei Normanni, si trovano ai domiciliari: un dipendente comunale, Francesco Fusco, 56 anni, e un pastore, Annibale Bafaro, 49 anni.Il 31 luglio a Leporano i carabinieri avevano bloccato un pensionato di 69 anni, Angelo Chiolorio, il 3 Agosto è finito in cella a Cerignola Giuseppe Difonzo, 45 anni. Quanto ci resterà?
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