Una ROMA DA BERE Ecco i cocktail nostrani

I barman capitolini propongono drink con vini laziali (e nomi storici) E ad accompagnarli stuzzichini dop e igp

Una ROMA DA BERE Ecco i cocktail nostrani

Domiziano, Imperatore, Ratto delle Sabine, Romolo e Remo, Tarquinio Prisco. La storia di Roma entra in un bicchiere. Da cocktail. I più noti personaggi di vicende storiche, leggende e miti della città, infatti, prestano il nome ad aperitivi realizzati con prodotti tipici laziali, grazie alla fantasia e al gusto per la tradizione di noti barman. Vini regionali, doc o igt, si presentano così in una nuova veste.
A dominare è Roma sia nella creatività sia come fonte di ispirazione. Non solo. Per moltiplicarne le sfumature tipiche, questi drink vengono serviti con stuzzichini ad hoc, preparati rigorosamente con prodotti locali. Tanta creatività non poteva che piacere agli addetti ai lavori - Regione Lazio, Arsial e Aibes hanno riunito le proposte alcoliche più interessanti nella guida «Cocktail del Lazio» - ma ha conquistato pure molti romani. Da habitué dei locali a barman «domestici» che vogliano stupire gli amici con drink inusitati. La semplicità, infatti, è una delle peculiarità di queste preparazioni.
A farla da padrone sono le proposte in rosso, colore della passione. Anche per il territorio. Si comincia con «Domiziano», fruttata creazione di Francesco Bardicchia del Grand Hotel Palazzo Carpegna (via Aurelia 481; 06660011), mix di Lazio igt rosso Shiraz, succo di arancia, Cherry Heering e Triple sec, da decorare, ton-sur-ton, con ribes rossi. Perfetto, accompagnato da caciotta della Tuscia e marmellata amara di agrumi. Basta mettere nel mixing glass Creme de Cassis, vodka alla pesca e Frascati Superiore doc per ottenere «Quo Vadis» di Sergio Pallocca dello Sheraton (viale del Pattinaggio 100; 0654531). Qui pure «Ratto delle Sabine» di Simone Spagnoli, che versa direttamente nel bicchiere, con ghiaccio e twist di limone, Punt e Mes, Martini dry, dry Gin e Lazio igt Chardonnay. E «Romolo e Remo» di Massimo Marai, a base di Aperol, Campari bitter, Martini bianco, Frascati superiore doc e seltz. Entrambi da servire con crostini di pane casareccio con pasta di olive o guanciale. Si inizia a gustare già dagli aromi «Protos» di Arterio Fortuna dell’Ambasciatori Palace Hotel (via Vittorio Veneto 62; 0647493), che dopo aver shakerato vodka, Aperol, succo d’arancia e sciroppo di papaya, aggiunge il Lazio igt Moscato di Terracina secco. Proposto con salsiccia di fegato. Non poteva che essere frizzante l’aperitivo dedicato al più noto bullo della tradizione romana, «Rugantino» di Luigi Torquasso del Caffè delle Arti: Lazio igt spumante, sprite e cranberry juice, abbinato a pane di Lariano con provola affumicata, pasta di olive e miele del Monte Rufeno (via Gramsci 73; 0632651236).
Non mancano proposte per chi a San Valentino preferisce «andare in bianco». Total white per «Sibilla» di Laura Pulcini dell’hotel Exedra, che shakera Frascati doc, Martini dry, Aurum e centrifugato di mela, accompagnando il drink con ricotta dei Monti Lepini (piazza della Repubblica 47; 06489381). La salsiccia al coriandolo di Monte San Biagio è lo stuzzichino ideale per «Tarquinia» di Fabio Sannini del Grand Hotel de la Minerve.

Nello shake, rum bianco Bacardi, Martini Dry, crema di pesca gujot e polpa di pesca. Si colma con Cori doc bianco (piazza della Minerva 69; 06695201). Altro che Milano, come diceva un vecchio spot pubblicitario, è proprio Roma ad essere «da bere».

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