Roma combatte Se lo fa Milano diventa razzista

(...) stata fortemente condizionata, oltre che dalla politica sempre irrimediabilmente accentratrice, soprattutto dal fatto che i dipendenti della prima Consob provenivano tutti dalla Banca d’Italia, e che perciò mai e poi mai - benché molti di loro ora sommassero lauti stipendi a lautissime pensioni - avrebbero accettato di spostarsi a Milano. Lo stesso rifiuto sempre opposto, con costi astronomici e problemi organizzativi per l'azienda, dagli equipaggi della quasi fallita prima Alitalia. Un po’, però, invidio i romani, per come i loro giornali difendono le prerogative, i privilegi e perfino gli arbitri della capitale. Anche scelte indifendibili come il veltroniano «Festival del film» che sta cinicamente ammazzando Venezia, o il progetto di far correre per le strade dell’Eur un Gran Premio di Formula 1, condannando a morte Monza. Puri scippi e prepotenze che però il giornali romani difendono accanitamente. Non altrettanto fanno i quotidiani milanesi (se permettete, esclusi i presenti) che al massimo, con una certa snobistica sufficienza, riducono le questioni a «polemiche localistiche».

Ma non è mai «localistica l’ingordigia e la prepotenza altrui. Certi giornaloni farebbero bene, ogni tanto, a tenere presenti anche gli interessi della loro piazza d’origine e di maggiore diffusione. Anche nel loro stesso interesse.

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