Roma e Lazio, euro tonfo Napoli canta con i tenori

La corsa all’Europa che conta è sempre più una «passeggiata». Con una sola piazza per i preliminari di Champions, si assiste alla lotta più soporifera e cupa che si sia mai vista. Ieri una nuova puntata che ha fatto saltare giocate (legali) e pronostici: il disastro della Capitale con i ko di Lazio e Roma, la «resurrezione» del Napoli trascinato dai gol di 2 dei suoi tenori, la risalita dell’Inter che ha battuto a domicilio e ha affiancato un’Udinese con il fiato corto. In pratica cinque squadre in 5 punti, con i giallorossi di Luis Enrique che hanno però ufficialmente - parole dell’asturiano - gettato la spugna. Il suo ambizioso progetto di gioco, paragonato frettolosamente al Barcellona, è rimasto irrealizzato. «Mai parlato di progetto, la responsabilità è tutta mia. Ora speriamo di centrare un posto in Europa League», la resa del tecnico della Roma. Che ieri ha fatto i conti con la prima vera contestazione ma ha incassato la solidarietà del dg Baldini («finchè decido io, resterà qui») e di De Rossi («non so se è il più bravo, di sicuro è sfortunato»). Inutile il gol di Totti, 213° in A (a -3 da Altafini).
La vera difficoltà è capire ora chi meriti di conquistare il gradino più basso del podio. «Mi sembra che tutti provino a non arrivare terzi», disse Cosmi, allenatore del Lecce. Proprio lui ha rilanciato ieri le quotazioni del Napoli, ora a un punto dalla Lazio grazie all’ottavo gol stagionale di Hamsik e al 21° centro del Matador Cavani: rete numero 100 in A e quarta stagione consecutiva con più di 20 gol all’attivo. «Giochiamo per vincere tutte le ultime gare, poi tireremo le somme», così il tecnico azzurro Mazzarri. Che ha conquistato metà dei punti disponibili negli ultimi 50 giorni. Sabato tappa decisiva a Roma.
Situazione incredibile quella della Lazio: vinto il derby il 4 marzo scorso, si è presa il 3° posto e non lo ha più mollato nonostante lo scarso rendimento delle ultime otto giornate (solo 7 punti e 5 sconfitte, anche se nel ruolino c’è anche una vittoria pesante sul Napoli) e un’infermeria sempre piena (con i lungodegenti Klose e Lulic, trascinatori biancocelesti). Un cammino che ha tenuto a galla le avversarie dirette. L’anno passato, con 60 punti (5 in più di ora) la Lazio era addirittura quarta.
Il ko del match-brunch contro un Novara quasi retrocesso - decisiva la perla di Mascara su punizione - è un boccone amaro da mandar giù, ma è lo specchio del momento della squadra di Reja. Nel giorno in cui torna a segnare una punta dopo due mesi (Kozak), il gol viene annullato. «Ci gira tutto male, facciamo il massimo visto che giochiamo senza 6-7 titolari quasi tutte le settimane», l’amarezza del tecnico che si giocherà molte delle chance di podio nella sfida diretta a Udine di domenica.
Già, l’Udinese che è andata più piano dei laziali (6 punti su 24 nelle ultime otto). «Mai questa squadra ha giocato due volte di seguito la Champions, ma vogliamo lottare fino al termine», così Guidolin che sta facendo un altro miracolo.

Quindici i punti ottenuti dall’Inter in 50 giorni, quasi lo stesso cammino dei «cugini» milanisti: 11 portano la firma di Stramaccioni. «Siamo vivi, meritiamo rispetto», ha detto con orgoglio. Nella volata al rallenty ci sarà anche lui.

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