«La Roma più forte di un anno fa Il Manchester no»

da Roma

Il risveglio ha un sapore amaro per la Roma. All’indomani del duello dell’Old Trafford la truppa giallorossa lascia Manchester per ritrovare certezze e riprendere quota. Sull’aereo diretto nella capitale è tempo di analisi e riflessioni. Si passano al setaccio qualità e pregi di una squadra caduta con onore: ferita dal gol di Rooney, condizionata dalle sviste di Mejuto Gonzales e penalizzata dagli errori di Esposito e Perrotta. «Una sconfitta ingiusta – tuona Totti - e anche il pareggio ci sarebbe stato stretto. È andata male. E pensare che c’era un rigore per noi: si era visto chiaramente anche dal campo...». Il capitano suona la carica e pensa positivo. «Un giorno verremo all’Old Trafford per vincere. Ne sono certo. Intanto, rispetto allo scorso anno, noi siamo più forti, loro assolutamente no». Fari accesi su Cristiano Ronaldo. Il portoghese ha incendiato la vigilia con dichiarazioni al veleno, affermando di aver ricevuto minacce dai giallorossi nel corso del famoso match del 7-1. La replica arriva puntuale. «Tanto deve venire all’Olimpico.... Se gli abbiamo detto qualcosa? No, gli abbiamo “dato” qualcosa... E non mi riferisco alla gomitata di Vucinic: quella è stata fortuita». Non è facile giocare in uno stadio del genere. «Fa un certo effetto giocare nel regno dei Red Devils. Sarebbe bello se l’Olimpico fosse così. Abbiamo fatto la gara che dovevamo. Ho cercato la rete, nella ripresa è stato bravo il portiere a buttarsi tempestivamente. Ho provato a “scavare” la sfera, ma appena l’ho toccata è schizzata via. Abbiamo avuto tante occasioni. Ma è sempre così: loro un tiro e un gol». Guai a smarrire la concentrazione. La classifica parla chiaro. «Lo Sporting ha vinto a Kiev? Ce la giocheremo con loro». Intanto meglio concentrarsi sul campionato.

«A Parma bisogna vincere. Poi ci godremo la sosta». L’ultimo pensiero è per Aquilani, bloccato da una lesione di secondo grado al retto femorale: oltre un mese di stop. «Peccato, stava giocando così bene. Lo aspetteremo».

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