Il contratto di servizio è una beffa. Lo dimostra il fatto che a Roma-Termini oltre la metà dei treni pendolari è in ritardo di almeno cinque minuti. È questa la fotografia scattata in tre giorni di monitoraggi dai volontari di Legambiente sui convogli in arrivo nella principale stazione capitolina il 23, 24 e 25 novembre, tra le 7 e le 9.30 del mattino.
Si tratta della nuova iniziativa di «Pendolaria», la campagna dell'associazione ambientalista al fianco dei pendolari, per il diritto a una mobilità efficiente e sicura. Dall'indagine emerge che Roma-Termini è tra le stazioni dove si accumulano più ritardi in Italia, e si piazza al terzo posto nella classifica nazionale, con una percentuale del 54 per cento di treni in ritardo (94 su 174), dopo Milano-Cadorna e Milano-centrale. La media del ritardo è stata di 8 minuti, con un picco di 43 e un treno che è stato soppresso, mentre solo il 24 per cento dei convogli, ovvero 41, è giunto in orario.
La stessa fotografia un anno dopo evidenzia che sono aumentate le attese, visto che nel 2008 la percentuale dei treni con più di 5 minuti di ritardo era del 42 per cento (99 su 234), per cui si delinea un quadro ancor più critico per il trasporto ferroviario pendolare laziale, la cui difficile situazione è già stata denunciata da Legambiente con l'assegnazione del Trofeo Caronte. Da registrare però che sono aumentati anche i treni in orario, passando dal 13 al 24 per cento, e la media del ritardo è scesa rispetto al quarto d'ora dello scorso anno.
«Non possiamo rassegnarci a questa situazione che sembra peggiorare, probabilmente a causa della vecchiaia e della scarsità dei treni a disposizione - ha dichiarato Cristiana Avenali, direttrice di Legambiente Lazio -.
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