Roma-Viterbo, saltano otto corse al giorno

Personale soltanto per i servizi essenziali

Massimo Malpica

Un segno dei trasporti che non trasportano: gli otto «treni fantasma» che ogni giorno non corrono lungo la Roma-Viterbo. Nel disastro della mobilità locale, le corse ferroviarie che saltano su questa linea sono quasi la norma, secondo i risultati del monitoraggio che la Lista Storace ha fatto da sabato 28 gennaio a mezzogiorno di ieri. Cifre sorprendenti, quelle rese pubbliche da Fabio Desideri, capogruppo in Regione del partito che porta il nome del ministro della Salute. «Sul tratto urbano, tra piazzale Flaminio e la Giustiniana - racconta - sono saltate 58 corse. E a queste bisogna aggiungere il guasto di giovedì che, non pubblicizzato, ha bloccato la linea per 45 minuti coinvolgendo anche treni extraurbani». Per l’esponente della Cdl in regione, «il fatto che nell’arco di sei giorni e mezzo vengano soppresse quasi sessanta corse non può passare sotto traccia: né il Campidoglio né Met.Ro, la società che gestisce la linea, possono far finta di nulla». I pendolari e gli utenti della ferrovia, invece, potrebbero evitare se possibile le corse pomeridiane. È infatti soprattutto nella seconda metà della giornata che i treni «dimenticano» di passare. E il tutto nella quasi totale assenza di informazioni. I passeggeri più fortunati sono quelli di piazzale Flaminio, perché solo lì, nella stazione di testa, grazie a foglietti volanti possono scoprire che il loro treno è stato cancellato. Nelle altre stazioni? «Zero comunicazione - spiega Desideri - con buona pace dei pendolari che attendono un convoglio che non arriverà mai».
Il calendario dei «buchi» ha visto il suo picco sabato scorso, con 24 corse saltate, mentre domenica i treni latitanti sono stati 16 (da mezzogiorno in poi). È andata meglio lunedì, quando non si sono visti al binario sei treni, e gennaio si è chiuso martedì con due soli treni cancellati. Giorno virtuoso per il trasporto il primo di febbraio: nessuna corsa saltata. Ma già due giorni fa un guasto a un locomotore ha bloccato la linea per tre quarti d’ora, e il bilancio di giornata parla di 10 corse urbane e alcune extraurbane saltate. Tutto liscio ieri mattina, almeno fino a mezzogiorno non si era «perso» nessun treno. Un quadro sconfortante che, secondo l’esponente dell’opposizione in Regione, rende «beffarde» le dichiarazioni di Stefano Bianchi, presidente di Met.Ro. «Il 21 gennaio - attacca Desideri - dopo la protesta dei pendolari a piazzale Flaminio per la cancellazione di alcune corse, Bianchi disse che il disservizio era dovuto all’assenza per malattia di cinque dipendenti. E nell’ultima settimana che cosa è successo, un’epidemia?».
Critico con il sistema del trasporto pubblico il segretario romano di An, Vincenzo Piso. «Questo è il frutto - commenta - di 13 anni di politiche fallimentari del Campidoglio sulla mobilità. I romani vivono un girone infernale - prosegue - nel quale, al di là dei roboanti annunci di Veltroni, i disservizi sono evidenti».

Piso invita poi il sindaco a mettersi d’accordo con Fabio Ciani, assessore regionale ai Trasporti, sulla valutazione data alle ferrovie locali: «Per Veltroni sono la panacea di tutti i mali, per Ciani il servizio è inadeguato alla capitale». Infine, sui disastri nel metrò, Piso è lapidario: «Ogni giorno ce n’è una, è come sparare sulla croce rossa», chiosa caustico.

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