Anastasiya e le chat criptate: per i pm "è un'esperta"

Anastasiya comunicava attraverso Signal, una app di messagistica che scherma chiamate e messaggi. Per gli inquirenti il silenzio della fidanzata di Sacchi è mirato a "preservare le relazioni criminali acquisite nel mondo della droga"

Anastasiya e le chat criptate: per i pm "è un'esperta"

“Fredda e professionale nel gestire la trattativa” per l’acquisto di 15 chili di marijuana. Così il gip, Costantino De Robbio, descrive Anastasiya Kylemnyk nell’ordinanza che dispone l’obbligo di firma per la fidanzata di Luca Sacchi. Non è un’ingenua la babysitter dell’Appio Latino che la sera dell’omicidio del fidanzato, Luca Sacchi, aveva 70mila euro nello zaino. Un mucchio di soldi che sarebbero serviti a comprare da Valerio Del Grosso e Paolo Pirino una partita d’erba da spacciare in zona, e che secondo gli inquirenti gli sono stati forniti da una terza persona.

Anastasiya non ha precedenti per spaccio ma conosce i trucchi del mestiere. Dall'esame del cellulare sequestrato alla ragazza è emersa la presenza di una app di messaggistica, Signal, che scherma chiamate e messaggi, autoeliminando le tracce delle conversazioni. Un particolare che ha fatto insospettire chi indaga. Evidentemente, Anastasiya, aveva qualcosa da nascondere. Non solo, nell’ordinanza che contiene la richiesta di applicazione delle misure cautelari i giudici sottolineano come “con la sua sorprendente chiusura ad ogni collaborazione con gli organi investigativi per assicurare alla giustizia gli autori del delitto nei confronti del fidanzato”, Anastasiya dimostri una “chiara, predominante volontà di preservare le relazioni criminali acquisite nel mondo della droga con il quale non intende recidere i legami”.

Proprio per stabilire quali siano questi legami c’è un’inchiesta parallela che punta a stanare i vertici della cupola. Chi c’è dietro Anastasiya e Giovanni Princi, l’ex compagno di scuola di Luca coinvolto nell’affare? E da chi si rifornisce Marcello De Propris, il pusher di Tor Sapienza che ha impacchettato la droga per Del Grosso e Pirino e che ha messo nelle mani del 21enne di Casal Monastero il revolver da cui è partito il colpo mortale? A chi era destinata tutta quell’erba? Sono le domande alle quali gli investigatori stanno cercando una risposta.

Di certo, per i giudici, allo stato attuale “non ci sono elementi per dire che Luca fosse coinvolto, partecipe e consapevole della compravendita e dell'acquisto di droga”. Anastasiya e Giovanni Princi, invece, sapevano bene cosa stavano facendo. Per questo l’ex compagno di scuola di Luca è finito in carcere per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Stesso reato contestato alla babysitter ucraina, per la quale il gip, però, ha disposto soltanto l’obbligo di firma tre volte a settimana. “La mancanza di precedenti coinvolgimenti in fatti afferenti gli stupefacenti, depone per un recente inserimento nel mondo dei traffici criminosi come corriere – nota il magistrato - e dunque per la idoneità, sul piano cautelare, della misura dell'obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria".

I cellulari dei due ragazzi sono ancora al vaglio degli inquirenti. E ad insospettire chi indaga, come riferisce Il Tempo, c’è il fatto che dalle ore immediatamente successive all’omicidio di Luca, i due non hanno più effettuato chiamate. Il sospetto è che possano aver utilizzato “utenze coperte” cioè intestate ad altre persone. “Nominativi di comodo, non collegabili all’utilizzatore”, scrivono i giudici. Anche questo particolare svela come il 24enne che contattò Del Grosso per comprare la droga sia avvezzo ai metodi criminali. Sempre II Tempo rivela come venerdì scorso, durante i fermi da parte di Polizia e Carabinieri, a casa di Princi sia spuntato un altro telefonino. Forse proprio dall’esame di questa nuova utenza potrebbero emergere ulteriori particolari, utili a risolvere il caso.

Oltre il mondo di sotto, quello delle bande di baby pusher e delle piazze di spaccio della periferia romana, resta il dolore dei genitori di Luca.

“Vedendoti lì, stamattina mentre ti portavano via, io pensavo a Luca, a quanto ti amava, a quanto ti amavamo noi, e tu me lo hai fatto portare via”, ha detto venerdì scorso a La Vita in Diretta la mamma del personal trainer freddato davanti al pub John Cabot. “Devi venire da me, mi devi guardare negli occhi e dirmi quello che è successo”, è l’appello lanciato ad Anastasiya.

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