Assunta, una signora di 70 anni che vive un in alloggio Ater a Tor Bella Monaca, al civico 71 di viale Paolo Ferdinando Quaglia, dallo scorso 13 luglio è costretta a rimanere prigioniera nella sua casa. L’anziana soffre di una grave malattia che la costringe a stare a letto, deve usare una bombola di ossigeno 24 ore su 24 e ha anche il Parkinson. Per lei sarebbe necessario recarsi all’ospedale per le sue visite programmate. Eppure da due mesi non può fare neppure questo. Come riportato da RomaToday, all’ultima visita ospedaliera è andata la figlia della signora che conosce il medico e che si è fatta prescrivere le medicine per la madre. Ma al prossimo appuntamento la 70enne non potrà mancare.
Prigioniera dal giorno dell'incendio
Tutto ha avuto inizio quando un paio di mesi fa un appartamento situato al sesto piano della palazzina ha preso fuoco. Il rogo non ha causato solo ingenti danni alle abitazioni vicine, ma ha anche creato problemi all’ascensore che da quel giorno è fermo. E nessuno si è preoccupato di farlo riparare. Così tutti gli inquilini, se vogliono uscire dall’edificio, devono per forza utilizzare le scale, anche quelli anziani e fragili. Non è la prima volta che c’è un ascensore rotto in una casa popolare Ater e che non viene fatto nulla per risolvere la situazione.
La maggior parte degli inquilini che vivono nel palazzo della 70enne sono persone anziane, come la signora che vive al sesto piano che ha 94 anni, o anche colei che abita nell’interno 24 e ha gravi problemi e al momento non ha neppure la corrente elettrica. Maria Vittoria Molinari, sindacalista Asia Usb, è salita fino al sesto piano per vedere con i suoi occhi la situazione e subito si è accorta che sulle scale c’è ancora un forte odore di bruciato, dopo ben 2 mesi dall’incendio. Gli appartamenti e le porte d’ingresso dei vicini di casa sono ancora rovinati.
Lo sfogo della sindacalista
Molinari ha spiegato che hanno “scritto più volte ad Ater perché non si possono lasciare le persone in questa situazione. Oltre all’ascensore qui ci sono danni da riparare immediatamente, con persone che hanno la porta bruciata o l’impianto elettrico fuori uso. Dopo un primo sopralluogo, da Ater non si è visto più nessuno e la gente comincia ad essere stanca”. E sono tanti gli anziani e i disabili che sono prigionieri nelle loro case perché, per un motivo o per l’altro, non funzionano gli ascensori delle case popolari romane.
Il giorno in cui si è sviluppato l’incendio al sesto piano, Assunta ha raccontato che è stata portata in salvo dai pompieri che l’hanno fatta scendere dalle scale a braccio, uno da una parte e uno dall’altra. Elvira, un’altra anziana inquilina del caseggiato con il ruolo di caposcala, chiede che chi di dovere si metta una mano sulla coscienza perché non si possono far vivere delle persone in questo modo.
Chissà quanto ci vorrà prima che vengano fatti i lavori e ripristinato l’uso dell’ascensore. Ricordiamo che Ater è del Comune di Roma, che ha un proprio Statuto ed è sottoposto alla vigilanza e al controllo della Regione Lazio.Segui già la pagina di Roma de ilGiornale.it?
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