Nel centro storico di Roma, e nel resto dell'area tutelata dall'Unesco fino al 31 maggio 2023, non verranno aperti nuovi minimarket, né negozi di souvenir, pizzerie, gelaterie e friggitorie. In poche parole, stop a quelle attività che fanno parte del settore alimentare come laboratori artigianali con vendita diretta di prodotti al pubblico. Questa è la decisione del Campidoglio, come riportato da Repubblica. In tempi brevi la maggioranza di centrosinistra dovrebbe votare la delibera che era stata stabilita dalla giunta Raggi, così da estendere il divieto. Intanto, dati alla mano, è già diminuito il numero delle attività che non sono conciliabili con il decoro del centro storico.
Quali attività commerciali sono interessate dal divieto
All’interno della delibera, che presto sarà discussa in consiglio comunale, si legge che "il divieto ha rappresentato uno strumento efficace nel perseguire l'alleggerimento della concentrazione di attività commerciali e artigianali alimentari da cui scaturiscono quei livelli di pressione antropica tali da compromettere la sostenibilità ambientale del territorio del sito Unesco”. A calare sono stati soprattutto quelli conosciuti come negozi di vicinato, ovvero i minimarket, e le attività che vendono cibi e bevande da asporto da poter consumare in strada. A tagliare i numeri ci ha pensato anche la pandemia. Adesso però il Campidoglio vuole fare un’analisi nuova dei possibili negozi nei vari rioni e nei quartrieri che hanno una maggiore predisposizione turistica e commerciale.
Dato che il 31 maggio 2023 è la data in cui scadrà la proroga del divieto alle nuove aperture, la giunta vuole assolutamente giungere a una revisione del Regolamento per l'esercizio delle attività, sia commerciali che artigianali, nel centro storico. Regolamento che era stato varato in epoca grillina. Una sentenza del Tar del Lazio ha fatto richiesta perentoria a Palazzo Senatorio di scegliere se proseguire con il divieto o interromperlo. La decisione è stata quella di prorogare fissando un nuovo termine, così da poter continuare con“l'alleggerimento della concentrazione delle attività alimentari nel sito Unesco, anche nell'ottica del contenimento dei fenomeni di assembramento e ‘malamovida’ spesso correlati alla presenza massiva di attività commerciali e artigianali alimentari”.
Stop ai negozi di souvenir nel centro storico
Ma nel mirino non ci sono solo fast food, minimarket e simili. L’assessore allo Sviluppo economico, Monica Lucarelli, ha firmato una bozza di delibera in cui si parla anche di negozi di souvenir. In questo caso lo stop a nuove aperture è direttamente collegato al decoro delle zone ritenute di particolare pregio del centro storico e dintorni. Yuri Trombetti, consigliere dem, ha spiegato: “Questo è un provvedimento tampone. Ora lavoriamo subito alla modifica del regolamento per non abbassare la guardia e continuare a tutelare il centro”.
Le attività che vogliono adesso aprire nel I Municipio devono seguire certi criteri di qualità oppure acquistare tutto il ramo di azienda di chi ha già una attività aperta all’interno dei confini dell'area in cui è in vigore il divieto. Con il Covid però la compravendita di licenze e autorizzazioni è stata annientata.Segui già la pagina di Roma de ilGiornale.it?
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